Iliad in Italia, Xavier Niel: speriamo di sconvolgere anche questo mercato



In un incontro nella sua Station F (oltre 34.000 mq. dedicati al mondo delle start-up), Xavier Niel, fondatore del gruppo Iliad e nono uomo più ricco di Francia, ha accettato di sottoporsi ad una lunga intervista in cui le domande erano poste da 4 imprenditori francesi e pubblicate dal quotidiano Le Parisien.

Xavier Niel

Al centro, Xavier Niel | Photo credit: Le Parisien

Sono stati toccati vari argomenti, da L’École 42, la scuola gratuita dedicata alla formazione degli sviluppatori fino a Station F, progetto a cui Niel tiene molto, con ambizioni ben chiare: “attirare un grande numero di imprenditori e spingere alla creazione di nuove aziende in Francia”.

Naturalmente si è parlato anche di espansione oltre i confini francesi e del prossimo sbarco in Italia. Alla domanda sul fatto che Free è poco presente all’estero e se questa sia una scelta voluta, Xavier Niel risponde:

le telecomunicazioni sono mercati molto locali, soggetti a licenze e regolamenti molto complessi. Detto questo, abbiamo comunque ottenuto una nuova licenza di telefonia mobile in Italia. Saremo lì in pochi mesi sperando di sconvolgere anche questo mercato. Per mantenere lo spirito da start-up, dobbiamo continuare ad avere una crescita.

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Si parla poi di reati informatici in crescita in tutto il mondo e viene chiesto a Niel come in Free si proteggano da certi rischi molto attuali. Il fondatore di Iliad spiega ai suoi interlocutori che il gruppo produce in casa la totalità del software utilizzato. Scelta che li porta ad avere meno rischi (e un minore interesse da parte degli hacker) rispetto ad aziende che utilizzano software proprietario.

E alla domanda se vedremo mai Xavier Niel in politica, lui risponde…

Sono due mestieri molto diversi. Un imprenditore con una buona idea, del lavoro, un po’ di fortuna, è più capace di cambiare il mondo che un politico. Uber e Airbnb hanno maggiormente rivoluzionato la vita nelle nostre città negli ultimi dieci anni rispetto a qualsiasi decisione politica.

Xavier Niel ricorda poi quanto sia alta in Francia la richiesta di sviluppatori: “ne servono tra i 7.000 e i 10.000 ogni anno…”.

La formazione in École 42 dura tre anni, vengono formati 3.500 allievi in questo lasso di tempo, ma non è sufficiente per coprire la richiesta. “Cercheremo di raddoppiare i 1.000 nuovi allievi che abbiamo ogni anno – spiega Niel – ma non sarà comunque sufficiente”.

L’intervista si chiude sugli investimenti che Xavier Niel ha fatto negli anni e gli viene chiesto se sostiene ancora personalmente le start-up…

Ho cominciato ad investire personalmente in start-up negli anni 1998-1999 e ora lo faccio tramite un fondo di investimento (Kima Ventures, fondato nel 2010). Investiamo in due o tre start-up settimanali su 50 file che riceviamo. In totale, abbiamo un portafoglio di oltre mille investimenti, di cui la metà è internazionale. Il nostro obiettivo è quello di aiutare le imprese di avviamento ad avere fondi. Abbiamo una squadra qui, Stazione F, che gestisce questo.

Ancora pochi mesi di attesa e poi potremo scoprire come e quanto Iliad con Ho. Mobile cambierà il mercato della telefonia mobile italiana (e soprattutto, quante perdite recherà ai principali concorrenti).


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