Arrivo di Iliad in Italia: Genish (TIM) non si aspetta una guerra dei prezzi


A margine della pubblicazione dei dati trimestrali di TIM (aggiornati al 30 settembre 2017), il nuovo amministratore delegato del gruppo – Amos Genish – ha provato a tranquillizzare analisti e investitori sul futuro del gruppo e sul prossimo arrivo del nuovo operatore mobile di Iliad, spiegando che non ci saranno scosse al ribasso sui prezzi e che l‘Arpu di TIM “continuerà ad essere forte”.

Per Genish non assisteremo ad una guerra dei prezzi, nonostante Iliad sarà dichiaratamente un operatore mobile low cost:

Noi abbiamo il giusto equilibrio. Penso che i prezzi degli attuali player non si ridurranno, siamo già al minimo, non ritengo ci sia la possibilità di incrementare questa discesa…

Non mi preoccupa lo scenario attuale e neppure quello che potrebbe arrivare nel breve termine (Iliad). I concorrenti che arriveranno sul mercato potranno magari modificare un pochettino le cose, ma se consideriamo lo scenario attuale, non penso che ci saranno variazioni significative. Non ci saranno delle guerre sui prezzi di carattere tattico, così come è successo in altri mercati e in altri momenti. Insomma non ci aspettiamo niente del genere.

Frasi che nascondono la reale preoccupazione del gruppo nei confronti del nuovo competitor francese che spaventa e non poco, visto quanto accaduto Oltralpe al suo lancio (qui il nostro speciale approfondimento).

Non a caso proprio per confrontarsi con Iliad e le sue tariffe low cost, TIM ha lanciato il brand Kena Mobile, un operatore mobile virtuale (MVNO) “no frills”, un modo un po’ più fine per dire tariffe low cost e solo servizi base (per tutti gli altri c’è TIM).

Dunque Kena Mobile permetterà al gruppo di competere sui segmenti maggiormente “price sensitive” nella speranza di salvare l’ARPU di TIM, cosa che appare comunque non così scontata.

In Francia infatti, i competitor di Free Mobile usarono la stessa strategia, ovvero lanciare MVNO low cost per fronteggiare il nuovo arrivato, ma non servì a nulla.

Orange (che può essere tranquillamente paragonato alla nostra TIM) lanciò il virtuale SOSH, che a febbraio 2012 totalizzò circa 90.000 linee, mentre Free Mobile (il cui debutto risale al 10 gennaio 2012) nello stesso mese aveva già superato il milione e mezzo di clienti.

Orange perse oltre 200.000 clienti in poche settimane e oltre 615.000 linee nel primo trimestre 2012 (valore netto tra portabilità in entrata e in uscita), che non è riuscito a recuperare con SOSH. Questo è quello che si teme anche in Italia, dove Kena Mobile conta poco più di 70.000 linee, numeri molto simili a quelli ottenuti dal “low cost” di Orange al lancio di Free Mobile.

La storia si ripeterà anche in Italia? Il rischio c’è tutto e TIM, così come Vodafone e Wind Tre ne sono consapevoli. Per avere una risposta certa, bisognerà attendere ancora qualche mese.

Utili e ricavi TIM

Nei primi nove mesi del 2017 Telecom Italia segna un utile di circa 1 miliardo di euro, rispetto ai 1,4 miliardi di euro nei primi nove mesi del 2016. I ricavi nello stesso periodo ammontano a 14,6 miliardi di euro, in crescita del 5,3% rispetto ai primi nove mesi del 2016 (13,9 miliardi di euro). La crescita di 740 milioni di euro viene attribuita dalla società alla Business Unit Domestic (276 milioni di euro) e alla Business Unit Brasile (467 milioni di euro).

L’EBIDTA (il margine operativo lordo) dei primi nove mesi del 2017 è di 6.2 miliardi di euro (+5,7% rispetto ai primi nove mesi del 2016). Al 30 settembre 2017 l’indebitamento finanziario netto rettificato ammonta a 26,2 miliardi di euro in aumento di 1,1 miliardi rispetto al 31 dicembre 2016.

“L’incremento – spiega il gruppo – è sostanzialmente indotto dai pagamenti di 630 milioni di euro da parte di TIM S.p.A. per il rinnovo dei diritti d’uso delle frequenze di telefonia mobile e di 257 milioni di euro da parte della Business Unit Brasile al consorzio che provvede alla liberazione dello spettro 700 MHz, di cui la Business Unit acquisì il diritto d’uso nel 2014, nonché dal pagamento di dividendi per 219 milioni di euro”.

Le dichiarazioni agli analisti

La cessione di TIM Brasil è esclusa. Genish: “E’ un asset strategico, fa parte del nostro perimetro e può creare molto valore nei prossimi anni”

Sulla separazione della rete: “Stiamo trattando con il governo per realizzare l‘applicazione del Golden Power, ma nessuno ci ha chiesto la separazione”. Genish conferma le trattative con l’AGCOM “per realizzare l‘equivalenza di accesso per tutti gli operatori”, ricordando però che la separazione societaria o l‘Ipo dell‘infrastruttura non sono mai state realizzate in Europa.

Sulle torri Inwit (di cui TIM detiene il controllo), Genish ha ribadito: “Inwit è importante, ma non possiamo dire che sia strategica. Sta dando risultati molto soddisfacenti, ma il settore si sta evolvendo, si va verso il consolidamento. Siamo aperti a qualunque operazione sempre che sia conservata la nostra influenza strategica”.


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Una risposta

  1. Enrico ha detto:

    Spero vivamente che Iliad li distrugga tutti ad uno ad uno senza pietà a sti buffoni