Salt: il bilancio 2018 dell’operatore svizzero di Xavier Niel, pronto all’asta per il 5G
Tempo di bilanci anche per Salt, l’operatore telefonico di proprietà di Xavier Niel (tramite la sua holding personale NJJ) che dalla scorsa primavera non è più solo presente nella telefonia mobile, ma anche nel fisso, con la fibra ottica fino a 10 Gigabit.
In una intervista rilasciata dal CEO Pascal Grieder al quotidiano Tages-Anzeiger, viene dichiarata soddisfazione per lo sviluppo del numero di clienti, senza però fornire cifre dettagliate, perché “riteniamo che mantenere riservate le cifre per noi rappresenti al momento un vantaggio competitivo”.
Negli ultimi mesi, in diverse occasioni, i competitor Swisscom e Sunrise avevano affermato di non sentire l’effetto dell’entrata sul mercato di Salt, finora attivo solo nel segmento mobile. Ma Grieder risponde smentendo l’idea che lo sbarco sia stato un insuccesso: “Salt Fiber si sta sviluppando nel quadro delle aspettative”.
Va spiegato anche un dato importante: in Svizzera Salt al momento offre solo connessioni ultraveloci in fibra ottica fino a 10 Gigabit, ma la fibra è disponibile solo per un terzo delle famiglie svizzere, il restante è ancora connesso con cavi in rame. Dunque un mercato piuttosto limitato.
Alla domanda, su quale è il grado di “interferenza” del proprietario di Salt (lo stesso Xavier Niel che tutti conosciamo per aver fondato Free e il gruppo iliad), Pascal Grieder spiega di aver ricevuto un mandato “relativamente semplice”: l’azienda deve guadagnare quote di mercato e mantenere la redditività. Questo vale sia per l’attività con i clienti privati, che per quella con le aziende.
Questione non di poco conto, visto che in Svizzera (contrariamente a quanto accade in Italia), c’è una scarsa predisposizione a cambiare gestore. Tema che viene affrontato nell’intervista e a cui il CEO di Salt non si sottrae, spiegando come nonostante questo, di trimestre in trimestre il numero di clienti sta significativamente crescendo.
“Siamo ben attrezzati per fare appello alle persone che vogliono cambiare operatore. Con Salt Fiber abbiamo lanciato un’offerta unica con televisione, telefonia e Internet veloce in Svizzera (fino a 10 Gigabit in download), che aumenta la pressione sulla concorrenza”.
Grieder sottolinea inoltre che la fase di ristrutturazione del 2017 è ormai superata, il gestore è tornato “in forma” ed è e deve rimanere efficiente.
Dal fisso si passa poi a parlare del mobile e della tecnologia del futuro, il 5G. Qui il CEO di Salt spiega i piani per il futuro, lanciando anche qualche frecciatina ai concorrenti:
“Offriremo prodotti 5G commerciali a partire dal terzo trimestre del 2019. Abbiamo già effettuato operazioni di test. Ne parliamo solo di meno dei nostri concorrenti. Il motivo è semplice: oggi non sono disponibili dispositivi abilitati per il 5G. Finché non posso offrire ai miei clienti offerte tangibili, non vedo alcun motivo per parlarne in modo stravagante”.
E il tema è ormai di stretta attualità: a gennaio la Confederazione metterà all’asta le licenze 5G (il prezzo minimo fissato ammonta a 220 milioni di franchi) e per Salt (e per Xavier Niel) si preannuncia un investimento finanziario sicuramente impegnativo (dopo quello per le licenze in Italia, di cui abbiamo abbondantemente scritto).
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