Libra Association è stata ufficialmente costituita. C’è anche il Gruppo Iliad


Di Libra, la valuta virtuale che dovrebbe entrare in circolazione nel 2020, abbiamo abbondantemente scritto pochi giorni fa, riportando le parole di Xavier Niel (fondatore del Gruppo Iliad e uno dei membri di Libra Association, il consorzio che si occuperà di gestire, controllare e promuovere la nuova criptovaluta) e degli ultimi “abbandoni”.

Sono infatti sette le società che ad oggi hanno deciso di tirarsi fuori da questo progetto: Paypal, Visa, Mastercard, Mercado Pago, Stripe, eBay e Booking Holdings (con l’annuncio di quest’ultima fatto proprio ieri).

Nel frattempo oggi a Ginevra Libra Association è stata ufficialmente istituita: i 21 membri rimasti dopo l’esodo, hanno firmato l’accordo che li impegna a diventare “membri del consiglio di Libra, l’organo responsabile della governance dell’associazione”.

Secondo quanto riportato dalla nota stampa diffusa oggi, Libra Association conferma di aver avuto manifestazioni d’interesse da parte di 1.500 realtà, 180 di queste rispondono ai criteri preliminari per entrare nel progetto.

Un messaggio ben chiaro a chi già parla di crisi e difficoltà per la nuova criptovaluta. Nella stessa nota del consorzio sono stati comunicati anche i nomi dei cinque membri del consiglio di amministrazione: Matthew Davie (di Kiva Microfunds); Patrick Ellis (PayU); Katie Haun (Andreessen Horowitz); Wences Casares (Xapo Holdings) e David Marcus, ex presidente di PayPal a capo di Messenger e di Calibra (la sussidiaria di Facebook che si occupa della valuta).

Secondo il Financial Times, che cita una persona vicina al progetto, non sorprende che siano state soprattutto le società di pagamento a lasciare, sono quelli che stanno per perdere di più dalla nascita di un concorrente digitale. Se fossero rimasti, sarebbe stato il classico caso “della volpe all’interno del pollaio…”.

Il futuro del progetto dipenderà soprattutto dal fatto che possa o meno ottenere le necessarie approvazioni normative, ma non è detto che possano esserci anche altre defezioni.

Sempre secondo FT, alcuni membri esprimono riserve e potrebbero avere un ripensamento. Questa la lista attuale dei 21 membri di Libra Association:

  • Anchorage
  • Andreessen Horowitz
  • Bison Trails
  • Breakthrough Initiatives
  • Calibra
  • Coinbase
  • Creative Destruction Lab
  • Farfetch
  • Iliad
  • Kiva Microfunds
  • Lyft
  • Mercy Corps
  • PayU
  • Ribbit Capital
  • Spotify
  • Thrive Capital
  • Uber
  • Union Square Ventures
  • Vodafone
  • Women’s World Banking
  • Xapo

Per Bertrand Perez, presidente ad interim di Libra Association (ed ex manager Paypal), citato da Le Monde,  è “meglio avere defezioni ora che due giorni prima del lancio”.

Sempre per Perez, gli abbandoni di certi partner “sono legati alle pressioni politiche più che alle reazioni negative delle autorità di regolamentazione, con le quali le discussioni sono ancora in corso”.

Il presidente di Libra Association ha ribadito poi che entro la fine di dicembre i partner saranno sicuramente più di 21, confermando l’interesse da parte di molte realtà evidenziato nella nota stampa diffusa oggi.

Chi invece continua a credere nel progetto è Xavier Niel, impressionato dalle opportunità che Libra può creare e, come aveva ribadito pochi giorni fa in una intervista a Les Echos, “Libra esisterà come esistono le altre 1.600 criptovalute già presenti in Francia, è inevitabile, che gli Stati lo vogliano o meno”.


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5 Risposte

  1. Srrgino ha detto:

    Ma forse si fa una forzatura, dicendo ” investire” , non dovrebbe essere un gioco in borsa, ma un mezzo di pagamento, : cambio, spedisco o ricevo , e magari ricambio. Altrimenti c’e’ la borsa .Anzi investendo si farebbe il gioco degli investitori base che ne trarrebbero utili senza nulla fare, e poi abbandonerebbero a nave .

  2. Jerry B ha detto:

    Quando mediamente in 365 giorni le criptovalute hanno perso il 75%… Penso ci sia poco altro da aggiungere. Basta ragionare, seguitemi:
    Se un comune mortale ha comperato 10.000€ di criptovalute un anno fa, oggi se ne ritrova 2500€
    Se invece Vodafone, Iliad e gli altri grandi nomi investono 10.000.000€ in criptovalute e dopo un anno se ne ritrovano 2.500.000, hanno solo risolto un problema, inserendo la perdita nelle passivitá. A quel punto fiscalmente, hanno trovato l’uovo di colombo….. Provate a pensare al perché!

    • Srrgino ha detto:

      Le criptovalute vere servono a transare, non a investire . Quella e’ speculazione e quindi un gioca alla pari della borsa o derivati, vinci o perdi .

  3. Christian ha detto:

    Ad essere in compagnia di Facebook e Vodafone e farne un vanto… è un problema serio.

    • Edoardo ha detto:

      E’ un consorzio con sede in Svizzera, non in USA, direi già questo una garanzia in più, il fatto che ci sia dentro una società come Iliad il cui fondatore è tutt’altro che uno sprovveduto, mi porta a dargli un minimo di fiducia. Per il resto non conosco il mondo delle criptovalute e spero di capirne un po’ di più quanto prima. Vedremo come nascerà e evolverà questo progetto, se potrà essere utile o meno per noi comuni mortali e poi magari commenteremo in bene o in male 🙂