Sindacati vs iliad Italia: I-com risponde alle accuse senza fondamento (dati alla mano)



Perché i sindacati, addirittura in una nota congiunta, hanno deciso di attaccare nei giorni scorsi iliad e lo studio realizzato da I-Com (Istituto per la Competitività), in cui venivano mostrati i benefici che il nuovo operatore mobile ha portato sul mercato?

Per i sindacati di categoria (la nota completa pubblicata sui portali delle singole sigle è disponibile a fondo articolo) già prima dello sbarco di iliad in Italia nel nostro paese i clienti erano i più soddisfatti d’Europa.

Peccato che di questa evidenza non portino nessun dato tangibile e anzi, semmai è vero il contrario, che i clienti italiani sono da sempre i più tartassati, tra rimodulazioni e aumenti dei costi delle offerte (ne abbiamo scritto in abbondanza negli ultimi anni).

Sempre i sindacati hanno dichiarato che “ILIAD era un anonimo operatore di oltralpe, la sua discutibile presenza come 4° operatore di TLC è arrivata grazie ad una ingiustificabile imposizione (speriamo leale) della Commissione Europea in un mercato già saturo e deregolamentato”.

In pratica il secondo operatore nel fisso in Francia (per numero clienti e quota di mercato), con oltre 13 milioni di clienti nel mobile sarebbe un “anonimo operatore d’Oltralpe…” e, soprattutto, si tenta di screditare anche l’operato della Commissione Europea, che ha giustamente visto nella riduzione da 4 a 3 operatori di rete mobile, un rischio per la concorrenza (e la recente sanzione a TIM, Vodafone, Wind Tre e Fastweb per intesa anticoncorrenziale non fa che confermarlo).

“Purtroppo ad oggi l’unico driver strategico di Iliad è quello di sottrarre clienti agli altri operatori ed ostacolarli nelle politiche di investimento, innovazione e sviluppo, invocando l’intervento della magistratura e delle associazioni dei consumatori per rallentare il processo di digitalizzazione con gravi danni all’economia del Paese”.

A leggere certe dichiarazioni più che un comunicato scritto dai sindacati, sembrerebbe arrivare dritto dritto dal marketing di qualche operatore concorrente. Perché, prima del lancio di iliad, gli altri gestori sul mercato cosa facevano? Non lavoravano per sottrarre clienti agli altri operatori?  I vari second brand lanciati da TIM e Vodafone non servono a sottrarre clienti agli altri gestori, iliad in particolare, con offerte al limite della sostenibilità?

Si chiama concorrenza, esiste da sempre e sopravvive chi riesce a fare meglio degli altri. Piacciano o meno, sono le regole del mercato.

Il settore delle TLC è in profonda crisi per una politica di competizione aggressiva già prima dell’ingresso di Iliad nel mercato italiano, e oggi questo fenomeno è ancora più accentuato per il dumping commerciale imposto da Iliad grazie ad una azienda con bassi costi di esercizio, una struttura con poche centinaia di lavoratori, con un indotto fatto di lavoratori precari, uno spropositato utilizzo di appalti e subappalti e che grazie alle norme europee può utilizzare a prezzi agevolati le infrastrutture degli altri operatori”.

Nel comunicato si ammette poi che la crisi nel settore delle TLC esiste da tempo, a conferma che il problema è a monte, non legato al solo sbarco di iliad nel nostro paese.

Lo studio I-Com però mette in evidenza un dato importante, cioè come i tre principali gestori italiani presentano un margine di redditività – calcolato come rapporto tra l’EBITDA Adjusted e i ricavi – tra i più alti in Europa pari al 39%, rispetto al 34% della Germania, al 32% della Spagna e al 29% del Regno Unito.

Oltretutto, dov’erano i sindacati quando i gestori di telefonia chiudevano call center in Italia (lasciando senza posto di lavoro migliaia di persone) o cessavano i contratti di fornitura con società su territorio italiano, per appaltare il servizio a call center in Albania o altri paesi? Non è questo un problema reale da contrastare?

Ad affiancare il comunicato diffuso dalle sigle sindacali, ci sarà anche l’invio del “dossier su Iliad” ad Antitrust e AGCOM, stando almeno a quanto pubblicato ieri da Radiocor,

Tirato direttamente in ballo, l’Istituto per la Competitività (I-Com) ha detto la sua in merito alle affermazioni dei sindacati (tra le quali c’è quella del “pseudo rapporto di I-Com”, non proprio il massimo della diplomazia), valutando eventuali azioni legali. Ecco il comunicato pubblicato sul sito dell’Istituto (qui il documento integrale):

“I-Com ribadisce la fondatezza delle stime contenute nello studio dal titolo I benefici della concorrenza. L’evoluzione del mercato delle tlc in Italia e l’impatto dell’ingresso di Iliad.  Non è un mistero d’altronde, come è stato trasparentemente comunicato, che il paper sia stato richiesto da Iliad, proprio in virtù della serietà e del rigore con cui le nostre analisi sul settore delle tlc vengono realizzate fin dalla nostra nascita quindici anni fa.

La conferma – peraltro facilmente verificabile – arriva dai dati e dalla metodologia che l’Istituto per la Competitività ha utilizzato per arrivare ai risultati espressi nello studio.

Slide I-Com

Proprio per mantenere standard elevati di ricerca e prevenire possibili critiche, gli indicatori riportati e le metodologie utilizzate sono ufficiali e pubblici, come si può facilmente constatare anche da una rapida consultazione del paper.

Per quanto riguarda l’impatto sull’economia e sull’occupazione degli investimenti che Iliad sta effettuando in Italia (uno dei tanti dati contenuti nello studio) le stime di I-Com si basano su 3,4 miliardi di euro che Iliad sta spendendo in Italia. Una cifra suddivisa in 1,2 miliardi derivanti dalla gara per il 5G, in 450 milioni per il trasferimento delle frequenze e 220 milioni per l’estensione dei diritti d’uso delle frequenze nella banda 1800 MHz.

Si tratta ancora una volta di dati pubblici la cui fonte è rappresentata dal Ministero dello Sviluppo economico e dai bilanci pubblici, ai quali l’istituto ha aggiunto il miliardo e mezzo di euro che Iliad ha programmato di investire (e in parte ha già investito) per la realizzazione della propria rete e che ha pubblicamente dichiarato.

A questi numeri è stata poi applicata la metodologia standard usata a livello internazionale in questi casi, basata sulle tavole input-output e sui moltiplicatori forniti per l’Italia dall’Istat, al fine di effettuare un’analisi d’impatto degli investimenti attivati in qualunque settore del nostro sistema produttivo.

Queste tavole consentono di misurare l’effetto moltiplicativo che un qualunque investimento in un determinato settore genera sul valore della produzione e sul valore aggiunto e quindi anche sull’occupazione. Si precisa che l’impatto stimato di 34.000 nuovi posti di lavoro si estende non solo al settore delle TLC, ma anche a tutti i comparti produttivi ad esso collegati a monte e a valle, nonché all’intero indotto.

Impulso agli investimenti

Per queste ragioni sorprendono i toni e le parole utilizzati da SLC CGIL, FISTel CISL e UILCOM UIL che reputiamo altamente lesivi della nostra reputazione e della professionalità con cui l’istituto porta avanti da molti anni il suo lavoro nel settore delle telecomunicazioni, testimoniate dal rapporto di collaborazione che ha coinvolto nel tempo tutti i principali operatori attivi sul mercato.

Alla luce di queste considerazioni I-Com si riserva di valutare eventuali azioni a tutela della propria immagine e reputazione“.

Comunicato congiunto sindacati

Quello che segue è invece il comunicato integrale pubblicato in settimana dai sindacati (che, tra l’altro, ha avuto zero riscontri sulla stampa nazionale, escludendo pochissime testate giornalistiche online).

“Apprendiamo con molto stupore l’analisi sulla competitività nel settore delle TLC a cura di I-COM e soprattutto sul ruolo decisivo che avrebbe avuto ILIAD sul versante della concorrenza, della soddisfazione del cliente, sull’economia nazionale e sull’occupazione.

L’Italia da oltre un decennio è il Paese Europeo dove c’è più concorrenza nella telefonia mobile e dove, l’ex Incumbent, ha perso più quote di mercato nel fisso rispetto agli altri Paese Europei.

Quando in Italia nasce la “ipercompetizione” e i clienti erano i più soddisfatti d’Europa. ILIAD era un anonimo operatore di oltralpe, la sua discutibile presenza come 4° operatore di TLC è arrivata grazie ad una ingiustificabile imposizione (speriamo leale) della Commissione Europea in un mercato già saturo e deregolamentato.

La presenza di Iliad nel nostro Paese ha spinto tutte le imprese ad una riduzione dei prezzi, dei ricavi e della marginalità, condizionando pesantemente la capacità di investimenti e pregiudicando l’innovazione e le tecnologie.

Dallo studio di I-COM – magari eterodiretto – sembra si voglia far passare il messaggio che Iliad sia l’operatore che ha cambiato il modello sociale di comunicazione nel nostro Paese, che ricordiamo per rispetto dei fatti, essere avanzato, innovativo, affidabile, sicuro e con una penetrazione di SIM tra le più alte a livello globale.

Inoltre i dati economici ed occupazionali che leggiamo nel rapporto danno una visione distorta e distante da ogni ragionevole parametro di realtà, basta leggere la relazione annuale che l’AGCOM presentata al Parlamento per rendersi conto di quanto sia critica la situazione economica –finanziaria del settore delle Telecomunicazioni, altro che potenzialità di crescita nel breve medio periodo.

Il settore delle TLC è in profonda crisi per una politica di competizione aggressiva già prima dell’ingresso di Iliad nel mercato italiano, e oggi questo fenomeno è ancora più accentuato per il dumping commerciale imposto da Iliad grazie ad una azienda con bassi costi di esercizio, una struttura con poche centinaia di lavoratori, con un indotto fatto di lavoratori precari, uno spropositato utilizzo di appalti e subappalti e che grazie alle norme europee può utilizzare a prezzi agevolati le infrastrutture degli altri operatori.

Questi dati esemplificativi in possesso del Sindacato smentiscono in modo inequivocabile lo ”pseudo rapporto di I-COM”; l’impiego di nuova occupazione a seguito di investimenti miliardari, di cui non abbiamo prova, e che viene stimata in circa 34.000 nuovi posti di lavoro è una notizia priva di qualsiasi fondamento, è vero invece che il settore per reggere la competizione ha dovuto responsabilmente gestire migliaia di esuberi scaricandone i costi sulla fiscalità generale, e dovrà continuare a gestire il rischio occupazionale per il prossimo futuro in tutta la filiera delle TLC.(vedi Telco, call center, fornitori di apparati e appalti di Rete).

Purtroppo ad oggi l’unico driver strategico di Iliad è quello di sottrarre clienti agli altri operatori ed ostacolarli nelle politiche di investimento, innovazione e sviluppo, invocando l’intervento della magistratura e delle associazioni dei consumatori per rallentare il processo di digitalizzazione con gravi danni all’economia del Paese.

Sfidiamo Iliad in un confronto sindacale per verificare i risultati e i dati diffusi che secondo la nostra visione sono distorsivi del mercato e della concorrenza, sia per il rispetto delle imprese che si sono accollate enormi investimenti in questo Paese e sia per la tutela dei lavoratori di Iliad sprovvisti di qualsiasi accordo aziendale, di regolamentazione normativa, di sicurezza sul lavoro, di turnistica condivisa, di agevolazioni e benefit e premio di produttività.

In conclusione riteniamo che Iliad non può vantare nessun impatto rilevante sull’economia del Paese, anzi ha generato un pesantissimo dumping di sistema che ha contribuito a precarizzare le condizioni dei lavoratori ed a rallentare il processo di digitalizzazione di cui ha bisogno il Paese.

Iliad, come già accaduto per H3G, resterà vittima di un sistema economico insostenibile in quanto non è in grado di remunerare il capitale investito mettendo a rischio anche i propri lavoratori.

Siamo convinti, che la difficile condizione di mercato scaricherà i suoi effetti anche su Iliad e sui lavoratori, pertanto chiediamo ai vertici aziendali di convocare le OO.SS. ai sensi dell’art.1, lettera E del CCNL, per avviare una ricognizione della situazione aziendale a tutela dei lavoratori e per informarli sulla reale situazione del settore che è molto diversa dalla propaganda aziendale”.

Per chi interessato, a questo link è possibile scaricare il Paper I-Com completo, con tutti i dati sull’impatto di iliad sull’economia e i benefici della concorrenza.


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11 Risposte

  1. Logos ha detto:

    Si tratta di sigle sindacali nazionali del lavoratori del comparto della comunicazione. Hanno diritto a esprimere le opinioni che ritengono. Sono comunque opinioni singolari tese a magnificare una realtà di cartella dove fa specie che se vieni da Iliad hai un prezzo 1 ma se vieni da uno degli operatori della triade hai un prezzo 2. Abbiamo gente che si inventa il mese di 28 giorni e tutti si adeguano, abbiamo gente che si inventa la tassa sulla ricaricabile se non hai sufficiente credito e più o meno tutti si accodano ecc. ecc. Insomma è gente che invece che farsi concorrenza al ribasso se la fa al rialzo. Prima di Iliad ovviamente e tutto questo non certo perchè volevano tanto bene ai loro clienti e ai loro dipendenti.

    Abbiamo assistito a una massiccia serie di licenzialmenti, esternalizzazioni, subappalti a ditte che facevano marketing aggressivo (e truffaldino) e ti appioppavano contratti mai richiesti e di fronte alle lamentele la risposta era: ma non sono mica dipendenti nostri … Connivenza con quelli che ti rifilano servizi a pagamento con altrettanti metodi truffaldini, dalle suonerie a pagamento a oroscopi e molto altro pagati a caro prezzo ecc. ecc. Dove sarebbero questi clienti felici e contenti?

    Iliad è una impresa che non è interessata a fare il bene del prossimo. Vuole fare profitti. Non c’è dubbio. Per riuscirci deve sicuramente limare sui costi, niente negozi o quasi brandizzati per esempio, niente commissioni a società che lavorano su commissione (e che ti scocciano a ogni ora) e lima un pò su tutto. Giocoforza che i posti di lavoro si riducono, ma dove è la mia convenienza a pagare qualcuno che mi vende un servizio o me lo pubblicizza? I costi in più degli altri sono soprattutto su questo profilo.

    Non è che per far contenti i sindacati si può dire beh, è giusto pagare 200 euro al mese un contratto telefonico così si possono creare 100.000 posti di lavoro in più a uno stipendio medio di 3.000 euro netti (che poi dubito sarebbe così, la fame di profitti è alta e i profitti si fanno tagliando le spese e in un mondo sempre più tecnologico una persona con gli adeguati strumenti riesce da sola a fare il lavoro che prima era di 10 o di 100 … per cui riuscissero a farsi pagare 200 euro a contratto licenzierebbero uguale).

    Per avere più investimenti non serve certo meno concorrenza, e se poi Iliad fa dumping e vende in perdita non potrà resistere per molto, quindi il problema si risolve da sè. E se resiste allora è possibile fare certi prezzi e quindi giusto che offre qualcosa a un giusto rapporto prezzo/qualità.

    Io sono con Iliad da giugno 2018, ne ho lette di ogni all’inzio, rimoduleranno come gli altri, sarà una catastrofe ecc. Sono ancora con loro sempre a 5.99. Ho quello che ho comperato e per le mie esigenze è più che sufficiente. Ho fatto transitare gente che era con la compagnia classificata migliore come velocità/copertura e nessuno di questi si è lamentato del consiglio. Quando ci saranno problemi cambierò operatore. Per ora informo i signori sindacati di categoria che sono anche io un lavoratore e che dovrebbero avere più rispetto dei soldi che mi sono guadagnato, non dubito che i lavoratori che assistono e loro stessi (i sindacalisti) quando vanno in un ristorante, comperano una giacca, un libro o una assicurazione non vanno a cercare quella che costa di più per assicurare guadagni maggiori a chi vende sperando che si traduca in maggiore occupazione e salari più alti, credo cerchino un buon prezzo.

    Bisognerebbe a volte avere il senso del ridicolo credo …

  2. Dios ha detto:

    Se non speculano in questo paesucolo , non sono contenti. La colpa la do’ agli utenti che abbozzano ed accettano servizi retro’ a prezzi futuristici

  3. GM ha detto:

    Buona giornata a tutti , leggo con piacere quanto segue : ” Oltretutto, dov’erano i sindacati quando i gestori di telefonia chiudevano call center in Italia (lasciando senza posto di lavoro migliaia di persone) o cessavano i contratti di fornitura con società su territorio italiano, per appaltare il servizio a call center in Albania o altri paesi? Non è questo un problema reale da contrastare?”.
    Aggiungo personalmente : Dove erano i sindacati nel 2011 quando Vodafone decise di esternalizzare 334 persone del Field Ops di Vodafone (di cui facevo parte)?E dove sono tutt’ora i sindacati che permettono un continuo ribasso delle gare relative agli upgrade delle reti dei vari operatori?

  4. Michele ha detto:

    Non c’è che dire,i sindacati stanno sempre sul pezzo.O era vino scadente o qualche allucinogeno,non si scappa:chi ha vergato quel comunicato non era in sè e non riesce a collocarsi in uno contesto spazio-temporale.E non aggiungo altro sui sindacati,come minimo verrei bannato.

  5. gian ha detto:

    E già, negli ultimi 10 anni si sono persi circa 16000 posti di lavoro nelle tlc, la colpa non può che essere di Iliad …ma siate seri ! H3g era nata già moribonda, ha avuto il primo utile dopo 10 anni di attività ! Nel frattempo qualunque altra società sarebbe fallita, chissà come mai loro no…
    Prima che arrivasse Iliad gli italiani erano i più soddisfatti ? E come no, non vedevamo l’ora di pagare servizi non richiesti, addebiti non giustificati,aumenti a gogo e di parlare con operatori che molto spesso non ci capivano. I sindacati erano nati con le migliori intenzioni, ma poi si sono persi per la strada.

    • Luca ha detto:

      Sagge parole. Facile argomentare “è colpa di iliad e dei suoi prezzi stracciati”, quando TIM, Vodafone e Wind Tre da molti anni delocalizzano e licenziano. Senza dimenticare di quanti manager incapaci lavorano in società come la cara ex monopolista..

      Se hai manager capaci stai sul mercato e riesci a “difenderti” dai concorrenti, se non sei capace sei destinato a chiudere. E’ così da sempre, dal negozietto sotto casa, alle grandi società per azioni.

  6. Gian ha detto:

    Ma io mi chiedo perché ormai chiunque scrive di telefonia e soprattutto tutti a difendere una compagnia che bene non sta facendo al mondo telco. La telefonia in Italia, con le rimodulazioni che sono partite in gran parte dal momento della fusione di Wind Tre e dalla scelta di far intarvenire un nuovo operatore come quarto operatore sul territorio, viveva comunque un mercato con i costi tra i più bassi del mondo, si del mondo! E oggi é ancora così, corretto quello che viene scritto dai sindacati che come obbiettivo hanno i lavoratori e la salvaguardia e l’incremento del lavoro, non sono certo famosi come marchettari a differenza di altri…
    Siamo tecnologicamente indietro e questo lo dobbiamo a un mancato guadagno delle telco, o meglio, un basso guadagno a volte nullo o, per qualcuno, addirittura si lavora in sottocosto! Questo non aiuta noi popolo italico a progredire nelle telecomunicazioni dove abbiamo milioni di persone che vivono digitalmente divise. Fate informazione e se non avete memorie precedenti a determinate date ricordate che ci si deve informare in alternativa il silenzio é d’oro.

    • Redazione ha detto:

      1. Alcuni nostri collaboratori scrivono di telefonia da più di 15 anni (e collaborano anche con altre testate di settore), il titolare di questo portale ha lavorato per diversi anni nelle due principali compagnie telefoniche del paese, se non possiamo scrivere noi di telefonia, allora chi dovrebbe farlo?

      2. Le rimodulazioni e i costi nascosti sono sempre esistiti, già prima della fusione di Wind Tre e molto prima dell’arrivo di iliad. Eh sì, ci siamo informati prima di scrivere questo articolo. Alcuni esempi?
      – Marzo 2016, AGCOM diffida TIM per addebiti di servizi non richiesti (TIM Prime attivato senza richiesta)
      – Luglio 2014: Wind rimodula la All Inclusive Big, con canone mensile che sale da 13 a 14 euro al mese (bundle minuti/SMS/GB invariato)
      – Aprile 2015, H3G cessa il piano All-In Medium e obbliga i clienti a passare ad altri profili tariffari più costosi (2 euro in più al mese) o a recedere dal contratto
      Per il resto, apri Google e troverai molto altro.

      3. Se i sindacati hanno come obiettivo la salvaguardia del lavoro, dov’erano quando le società di tlc (ben prima dell’arrivo di iliad) hanno licenziato migliaia di lavoratori perché chiudevano call center in Italia (diretti o affidati a società in appalto) per trasferire tutto in Albania o altri paesi?

      4. Come riportato dallo studio I-Com (qui il documento integrale), “i tre principali gestori italiani presentano un margine di redditività – calcolato come rapporto tra l’EBITDA Adjusted e i ricavi – tra i più alti in Europa pari al 39%, rispetto al 34% della Germania, al 32% della Spagna e al 29% del Regno Unito”. Dunque di quale mancato guadagno delle telco si parla?

      5. Il Digital Divide è un problema che esiste da sempre, tanto nella telefonia mobile (ben prima del maggio del 2018) quanto nella telefonia fissa, dove iliad non è ancora presente.

      Questo è fare informazione, fornire dati e in questo caso, rispondere punto per punto a delle osservazioni palesemente pretestuose. La concorrenza fa bene e quello di I-Com non è l’unico studio che lo dimostra (tanto nel settore TLC che in altri ambiti).

      Siamo fermamente convinti che il successo di iliad sia la dimostrazione di quanto in Italia i consumatori erano arrivati al limite della sopportazione, con gli abusi che tutti conosciamo, anni di rimodulazioni, servizi a pagamento attivati senza richiederlo, opzioni tariffarie a rinnovo ogni 28 giorni (invece del mese solare) etc.

      Se non fosse stato così, oggi iliad non avrebbe superato i 5 milioni di utenti in soli 18 mesi. Chi è causa del suo mal…

      • Mar ha detto:

        Ad oggi Iliad sta avendo sicuramente successo in termini di clienti, ma si può parlare di successo quando il business sarà sostenibile. Al momento Iliad è ben lontana dal fare utili in Italia, io aspetterei prima di festeggiare il suo successo in assoluto.

    • gian ha detto:

      Vorresti sostenere che prima del 2016, anno della fusione wind 3 non ci sono mai state rimodulazioni ? Allora proprio non hai idea di quanti piani tariffari sono stati cambiati unilateralmente anche dagli altri, o di quando si erano inventati la commissione sulla ricarica. Non siamo indietro tecnologicamente perchè guadagnano poco, siamo rimasti indietro perchè dove allecompagnie non era garantito un grosso ritorno economico non ci hanno mai investito un euro, sia nel mobile che nel fisso, tutt’oggi anche in zone non sperdute al primo guasto si corre il rischio di rimanere a lungo senza telefonia fissa e/o mobile. Se poi le tariffe attuali di Iliad sono insostenibili com’è che stanno facendo tutti la corsa a farle simili ? La logica dovrebbe dir loro di proseguire sulla strada che hanno sempre seguito, lasciando che il competitor finisse impiccato dalla sua stessa corda. Tra i costi più bassi del mondo ? I numeri direbbero di si, ma li hanno paragonati al reddito procapite ? Non mi si venga a dire che un operaio italiano guadagna quanto un tedesco o un francese, tra i paesi europei più industrializzati siamo i meno pagati, quindi non ci hanno regalato niente, si sono limitati a farci pagare il massimo che potevamo a fatica sopportare. Come ho già scritto H3g ci ha messo 10 anni prima di avere un utile ed erano altri tempi. In ultimo non mi pare che si siano troppo preoccupati degli operatori virtuali, pure quelli hanno portato via qualche milionata di clienti.

  7. Federico ha detto:

    I sindacati, peggio dei taglieggiatori delle telecomunicazioni.