TIM: in calo le linee nel IV trimestre 2019. Gubitosi su iliad: dubbi sulla profittabilità



Si è tenuta nel primo pomeriggio di oggi la conference call in cui sono stati presentati i risultati del Gruppo TIM al 31 dicembre 2019, oltre al piano 2020-2022.

Nel commentare i dati del quarto trimestre 2019, l’Amministratore Delegato e Direttore Generale di TIM Luigi Gubitosi, si è concesso qualche “frecciatina” nei confronti dell’operatore che più ha creato scompiglio in Italia nel segmento mobile dal suo debutto ad oggi (iliad).

TIM vs iliad

Gubitosi si è domandato “per quanto tempo possano mantenere [ quelli di iliad ] questi prezzi”, nutrendo dubbi sulla profittabilità del competitor.

Nonostante questo ha poi però specificato che apprezzerebbe molto un aumento dei prezzi da parte di iliad, ma “non ci aspettiamo che aumentino per questo 2020”.

E i numeri ci aiutano a capire perché: il totale delle linee TIM nel mobile è sceso a 30.895.000 (-2,9% su base annua, quasi 1 milione in meno), di cui 21.003.000 “Human” (-6,4% su base annua), ovvero escluse le Machine to Machine (M2M).

Le MNP risultano in miglioramento, passando da -263.000 del terzo trimestre 2019 a -114.000 nell’ultimo trimestre dello scorso anno. In calo l’ARPU (i ricavi medi per unità), che scende da 13 euro per linea mobile dello stesso periodo del 2019 a 12,4 euro (era 12,9 euro nel terzo trimestre 2019).

Il churn rate, il tasso di abbandono, torna a salire (5,5%) rispetto ai trimestri precedenti: 5,2% nel primo trimestre 2019, 4,3% nel secondo e 5,4% nel terzo. Va però meglio su base annua, passando da 6,2 a 5,5%.

Nel Piano 2020-2022 TIM prevede un continuo calo della customer base nel mobile, meno accentuato per quanto riguarda invece il fisso. Nello stesso periodo è previsto invece un miglioramento dell’ARPU sia nel fisso che nel mobile. Per quanto riguarda gli accessi in Fibra, dovrebbero passare dai 3,3 milioni del 2019 a 5,1 milioni del 2022.

Sempre nel mobile, continua il trend di aumento dei prezzi nel segmento più alto del mercato, che passano da una media di 12 euro al mese di fine 2018 a 20 euro di fine 2019.

“Il segmento di mercato più sensibile al prezzo è rimasto molto competitivo” e qui entra in gioco il second brand Kena Mobile, con le sue offerte low cost, ma di cui non è stato comunicato il numero di clienti (inglobato nel totale di TIM).

Nel fisso il totale linee è sceso a quota 17.136.000 (erano 17.355.000 nel trimestre precedente), di cui 6.979.000 riguardano utenze in fibra e FWA (Fixed Wireless Access). Il churn rate è salito al 4,9% rispetto al 4,4% del trimestre precedente (valore però in miglioramento su base annuale: 5,9% > 4,9%).

I ricavi totali di Gruppo nel quarto trimestre sono stati pari a 4,6 miliardi di euro (-6,6% anno su anno, su base organica), con un utile netto pari a 1,3 miliardi di euro. I ricavi da servizi sono stati pari a 4 miliardi di euro, in diminuzione di 261 milioni di euro in termini organici rispetto al quarto trimestre 2018.

Chiudiamo con un dato curioso comunicato dall’AD Gubitosi, ovvero l’aumento del 70% del traffico generato nel fisso e del 10% nel mobile, a causa delle restrizioni legate al Coronavirus di questi ultimi giorni (con un picco registrato nel nord Italia, in particolare nella città di Bergamo).


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Una risposta

  1. gian ha detto:

    Intanto “questi prezzi” li ha mantenuti più a lungo di quanto abbia fatto tim . Porsi poi questa domanda quanto la tua controllata fa gli stessi prezzi, per non dire dell’offerta per chi arriva da Iliad, ovvero 70gb minuti ed sms illimitati a 5.99 , porta a pensare che si profilano presto o tardi delle sorprese in queste offerte mirabolanti. D’altronde Gubitosi è stato direttore finanziario in casa Fiat, AD di Wind , direttore generale della Rai e pure commissario straordinario in Alitalia …dove c’è da far piangere qualcuno lo chiamano.