Emendamenti per bloccare la portabilità del numero: dietrofront di Lega e M5S


Niente più blocco delle portabilità del numero per tutta la durata dell’emergenza Coronavirus. Questa è la buona notizia che arriva oggi pomeriggio, a pochissime ore dal nostro ultimo aggiornamento.

Evidentemente il risalto che ha avuto la notizia diffusa nei giorni scorsi riguardante gli emendamenti al Decreto legge Cura Italia promossi da Lega (con primo firmatario Matteo Salvini) e M5S (primo firmatario Mauro Coltorti) e che ha visto una alzata di scudi su più fronti, tra operatori telefonici, AIIP e associazioni consumatori, ha portato ad una più saggia decisione.

MNP

Stando infatti quanto riportato oggi da Radiocor, la Lega che aveva presentato uno degli emendamenti, non lo ha segnalato per il voto in commissione, mentre quello presentato dai Cinque Stelle è stato ritirato. Queste le parole di Mauro Coltorti, presidente della commissione Lavori Pubblici di Palazzo Madama:

Nel periodo in cui entrerebbe in vigore la misura, molte imprese, si spera, ripartiranno. Si rischierebbe di bloccare la portabilità in un momento in cui tutto il Paese riparte, sia pure con attenzioni specifiche riguardanti l’emergenza.

Come raccontato, si era creata una situazione in cui i due partiti tendenzialmente sostenevano le posizioni dei sindacati, che a loro dire senza il blocco delle portabilità si sarebbe messa a rischio la salute dei lavoratori, dall’altra le associazioni consumatori e molti operatori telefonici e internet provider, che hanno giustamente fatto notare come le attività di migrazione tra operatori mobili non necessitano dell’intervento di un tecnico in casa, così come per la maggior parte delle migrazioni di linea fissa tra operatori.

Era praticamente sembrato un bel regalo ai principali gestori telefonici nel mobile e all’incumbent nel fisso, con i consumatori privati della libertà di scegliere quale operatore utilizzare e risparmiare sulla bolletta in un momento di crisi non solo sanitaria ma anche economica per moltissimi italiani.

La Lega aveva anche presentato un comma nell’emendamento all’articolo 82 che non ha segnalato, che riguardava la creazione della rete unica. In particolare, rispetto all’infrastruttura di rete, il partito guidato da Matteo Salvini scriveva che, una volta terminata l’emergenza e comunque entro 12 mesi dall’entrata in vigore della legge, si prevede un piano, presentato dal presidente del Consiglio sentito il ministro per l’Innovazione, per la costruzione di una rete unica in banda ultra larga “anche prevedendo la convergenza delle reti esistenti”.

E quando si parla di “convergenza delle reti esistenti”, il riferimento è chiaramente alla rete di TIM e a quella attualmente concorrente (in fibra) di Open Fiber, la cui unione rischia di portare un ritorno al monopolio di TIM e relativo aumento dei prezzi, ora calmierati proprio dalla concorrenza di Open Fiber e degli operatori che si appoggiano alla sua infrastruttura (Tiscali, WINDTRE, Vodafone, Melita, Fibra.City, GO Internet e altre realtà anche locali).

Per fortuna ora possiamo raccontarvi di una vicenda finita nel migliore dei modi, soprattutto per i consumatori italiani, anche se avremmo preferito non scriverne.


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Una risposta

  1. Michele ha detto:

    Non mi è chiaro chi sia in questa vicenda (se si tratta di uno solo) l’utile idiota di turno:se il solito politicantello alla perenne ricerca del consenso o il sindacato che più o meno consapevolmente si presta -ancora una volta- a manovre per favorire il padrone e MAI i propri iscritti.Ma c’è anche una terza possibilità:che lo siano entrambe le parti in commedia,idioti i politici e idioti i sindacalisti che dietro il solito finto obiettivo giocano per conseguirne altro e molto ma molto meno nobile.L’unica cosa da capire è per quanto si sono venduti:per un cellulare per i propri figli o per un caffè sospeso?