Covid-19 e crollo delle portabilità (-59%): iliad e MVNO penalizzati in Italia, in Spagna -75% di richieste


Vi ricordate quell’emendamento al decreto legge del Cura Italia con cui si volevano bloccare le portabilità del numero, ma che per fortuna non è più andato in porto?

Come noto, avrebbe penalizzato in particolar modo il nuovo entrante, iliad Italia, l’operatore mobile che anche nell’ultimo trimestre 2019 (dati AGCOM) ha guadagnato più clienti di tutti tramite le portabilità del numero (e in assoluto con il minor numero di linee in uscita).

Distribuzione portabilità del numero IV trimestre 2019

Distribuzione portabilità del numero IV trimestre 2019

Quell’emendamento sarebbe andato ad inficiare ancora di più sulle portabilità, in una situazione già di suo critica. Stando infatti ai dati diffusi la scorsa settimana dalla società di ricerca Jeffries, in Italia durante il lockdown (il periodo esaminato è quello dal 16 marzo al 19 aprile 2020) il numero delle portabilità è calato del 59%.

A beneficiarne in questo caso “in particolare WINDTRE e in una certa misura anche Vodafone e TIM, a spese del nuovo competitor iliad“. Confermando dunque quanto abbiamo sostenuto nelle scorse settimane sul rischio di un blocco delle portabilità, che avrebbe avvantaggiato solo gli operatori che proprio via MNP perdono normalmente più clienti.

Una situazione non proprio ideale per iliad così come per gli operatori mobili virtuali (anche loro con ottimi risultati come linee in entrata tramite MNP), che sarebbe stata ulteriormente aggravata dall’emendamento citato ad inizio articolo. E per capire cosa sarebbe successo anche da noi basta spostarsi nell’Europa più occidentale.

Blocco portabilità in Spagna

Un paese dove invece il blocco delle portabilità c’è stato (sia nel fisso che nel mobile) è la Spagna e anche da qui le notizie che arrivano fanno capire quanto queste decisioni hanno penalizzato alcuni operatori telefonici.

Dal 17 marzo è stato imposto dal Governo spagnolo un blocco totale delle portabilità fisso-mobile entrato in vigore il giorno successivo, poi alleggerito nel segmento mobile a fine marzo, consentendo solo le MNP che non richiedevano la presenza fisica di personale (dunque solo richieste online e spedizione via corriere).

Stando a quanto riportato dal quotidiano economico La Información, in questo mese di aprile tutti gli operatori mobili spagnoli hanno registrato un calo del 75% delle portabilità del numero e a pagarne le spese sono stati in particolare il Gruppo Másmóvil DIGI Mobil, ovvero il quarto e il quinto operatore del paese e anche quelli con le offerte più convenienti sul mercato.

Questo ha creato anche uno scontro diretto tra gestori, con i tre principali (per quota di mercato), ovvero Movistar, Orange e Vodafone che si sono schierati a favore del blocco delle portabilità (giustificando il tutto con “la sicurezza dei nostri dipendenti”), mentre il Gruppo Másmóvil e tutti gli operatori mobili virtuali (MVNO) che si sono detti contrari, perché tale decisione avrebbe solo favorito i grandi operatori che non avrebbero più perso clienti.

Oltretutto, secondo la tesi sostenuta da Másmóvil e i MVNO, le portabilità potevano essere richieste senza rischi per gli utenti e uno stop alla “guerra commerciale” tra operatori avrebbe portato ad una perdita di posti di lavoro tra le 20.000 e 30.000 unità, senza considerare le società subappaltatrici che gestiscono tecnici e installatori.

Nella discussione era entrata anche l’Italia, riportando l’esempio di come, nonostante la grave pandemia, da noi le portabilità alla fine non sono state bloccate. Un altro punto a favore degli oppositori al blocco è il fatto che in Spagna le SIM vengono vendute anche tramite e-commerce come Amazon o El Corte Inglés in una busta chiusa, senza contatto fisico con il cliente.

Prima del blocco, le portabilità nel mese precedente erano state con segno positivo per Másmóvil e DIGI Mobil mentre solamente Movistar e Orange avevano perso insieme oltre 115.000 linee. Questi numeri aiutano a capire le motivazioni dei “due schieramenti”.

Ogni mese in Spagna oltre 600.000 persone cambiano operatore mobile, solo DIGI Mobil nel 2019 grazie alle portabilità aveva guadagnato 551.000 nuove linee (più 73.000 nella Fibra), raggiungendo il 4% di quota di mercato (per avere un termine di paragone, più o meno la quota di mercato di PosteMobile in Italia).

La sua forza sono i circa 5.000 punti vendita presenti su territorio, che in questa crisi sanitaria si sono rivelati anche il Tallone d’Achille, viste le restrizioni sulla mobilità. Nel mese di aprile l’operatore prevede dunque un dato molto negativo rispetto al trend e al successo ottenuto nei mesi precedenti.

Sempre nel mese di aprile nel segmento mobile si stima un calo drastico delle portabilità da circa 600.000 a soli 150.000 richieste. Numeri che non hanno bisogno di altre spiegazioni.

Ed è forse proprio il calo nelle portabilità anche nel nostro paese che ha portato alcuni operatori ad investire di più in campagne pubblicitarie online o ad iniziative particolari, come quelle di ho. Mobile (il “virtuale” di Vodafone), che nelle ultime settimane sta regalando due SIM aggiuntive per ogni ordine effettuato online e a Milano sta distribuendo gratuitamente una propria SIM a tutti i clienti che effettuano ordini con Amazon PrimeNow (qui maggiori dettagli).

Per fortuna la spedizione della SIM iliad, per chi la richiede online con una delle attuali offerte, continua ad avvenire senza grossi ritardi con corriere Bartolini (BRT), oppure con qualche giorno in più (di media 4-8 giorni) per chi sceglie la videoidentificazione, con successiva spedizione della SIM tramite Nexive o Poste Italiane.


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