Anche Wind Tre contro la rete unica TIM-Open Fiber


In una intervista rilasciata ieri da Jeffrey Hedberg (CEO Wind Tre Spa) al quotidiano economico Il Sole 24 Ore, è stato trattato un tema davvero importante per l’Italia e la sua crescita dal punto di vista delle connessioni ultraveloci (FTTH), ovvero quello relativo al progetto di rete unica TIMOpen Fiber.

Come noto, ne abbiamo abbondantemente scritto anche di recente, Open Fiber si oppone in maniera decisa, difendendo il modello wholesale only, che definisce come l’unico in grado di “garantire l’accesso alla rete in forma neutrale e non discriminatoria a tutti gli operatori, che ne sono clienti e non concorrenti, con evidenti benefici per i consumatori in termini di pluralità e ricchezza dei servizi disponibili”.

E in effetti, così è stato: sulla rete in fibra di Open Fiber operano ormai tantissime realtà (Vodafone, WINDTRE, Tiscali, giusto per citarne alcuni), anche locali, portando connessioni affidabili al costo mensile di una vecchia ADSL (se non ancora più convenienti).

Jeffrey Hedberg WINDTRE

Jeffrey Hedberg – CEO WINDTRE

Proprio il CEO di Wind Tre spiega il motivo più chiaro di tutti per cui bisogna dire NO ad una rete unica in cui un operatore integrato verticalmente (in questo caso TIM) possa prenderne il controllo, tornando di fatto ad un monopolio sull’infrastruttura di rete.

“Siamo molto soddisfatti di questa partnership e del modello wholesale perché tre anni fa la maggioranza dei nostri clienti aveva l’ADSL; poi c’è stata un’accelerazione dell’ultra-broadband di cui siamo molto felici e ora il 65% dei nuovi abbonati ha la fibra ottica.

Laddove ci sono operatori verticalmente integrati si deve fare i conti con prezzi più alti, prestazioni inferiori e tempi più lunghi per lo sviluppo delle infrastrutture“.

TIM, per bocca del suo AD (Gubitosi), ha definito il modello wholesale only di Open Fiber “fallimentare”, mentre il CEO Wind Tre non è dello stesso parere: “La decisione non è solo di TIM – spiega Hedberg – Cassa Depositi e Prestiti e gli altri azionisti dovrebbero trovare un accordo. Ma non basta: dovrebbe esserci un’approvazione da parte delle autorità, nazionali ed europee.

Per la fusione di Wind e 3 Italia, l’Antitrust UE ha richiesto l’ingresso di un quarto operatore mobile sul mercato [ iliad ]. Come cliente non vogliamo vedere perdere altri tre anni nell’attesa di valutazioni e approvazioni. Non vogliamo distrazioni, ma andare avanti con il rollout. Questo è tanto più importante oggi con le persone che studiano e lavorano da casa”.

Spostandosi poi sul 5G, non poteva mancare il tema dei tanti comuni italiani (229) che in vario modo hanno detto no agli impianti con questa tecnologia, “senza parlare delle fake news sul legame Covid-19 e 5G”.

Comuni che quindi stanno rallentando il rollout delle reti 5G di tutti gli operatori, non solo iliad, come raccontiamo periodicamente con gli aggiornamenti da tutta Italia. Mal comune…


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4 Risposte

  1. Gino ha detto:

    Se finora l’Italia era fanalino di coda nelle reti in fibra ottica è perchè Tim non ha investito sulla rete. No a rete sotto controllo tim

  2. Steno Ledri ha detto:

    Wind dovrebbe preoccuparsi a migliorare la propria Rete che è un Disastro, con continui problemi sulle Linee !!!

  3. Giuseppe ha detto:

    Tim è l’erede della SIP grande monopolista, non si smentiscono mai, li odio.