5G iliad: dal Veneto alla Sicilia aumentano i comuni che dicono NO a nuovi impianti



Aumentano sempre di più i comuni che si muovono per ostacolare o bloccare impianti 5G sul proprio territorio. Le segnalazioni sono sempre più numerose e riguardano di fatto tutti i gestori, senza contare le situazioni in cui vengono presi di mira impianti che con il 5G non hanno nulla a che fare.

5G

Tra gli ultimi casi, quello di San Zenone degli Ezzelini (in provincia di Treviso), dove il Comune ha deciso di bloccare la sperimentazione 5G di tutti i gestori (iliad compreso), con una apposito ordinanza firmata ieri dal sindaco dove “dispone la sospensione immediata della sperimentazione, dell’utilizzo e della diffusione della tecnologia 5G sul territorio comunale in attesa del parere sui rischi sanitari e sull’ecosistema da parte dell’Istituto superiore della Sanità”.

“Mai come in questo periodo ci stiamo rendendo conto quanto la salute sia il bene più prezioso afferma il sindaco pur nella consapevolezza che il 5G nasce per dare risposta alle esigenze di maggiore e migliore connettività che ormai tutti necessitiamo, è altrettanto chiaro come non vi siano ancora evidenze sugli effetti. Mi sento di dover adottare tutti gli strumenti per tutelare la salute pubblica della popolazione sanzenonese almeno finché non ci saranno studi scientifici autorevoli”.

San Zenone segue la strada di altri comuni del trevigiano, come Vedelago, dove iliad ha dovuto rinunciare (per ora) al 5G, così come ad Asolo, con il comune che a febbraio aveva diffidato iliad dall’eseguire l’installazione di un nuovo impianto (tra l’altro non 5G).

No al 5G iliad

Negli ultimi giorni, tra delibere e diffide, sono ben tre i comuni (sempre nel trevigiano) che hanno detto NO a nuovi impianti 5G di iliad.

Partiamo da Montebelluna, dove il Comune vuole bloccare una richiesta di iliad per installare un impianto in un’area privata lungo la via Feltrina e sta predisponendo una ordinanza che eviti possa essere utilizzata per il 5G.

Spostandoci nel comune di Pederobba, anche qui è stata emessa una ordinanza per evitare la sperimentazione e l’utilizzo del 5G, tanto che alla richiesta di iliad di poter potenziare un impianto già esistente, l’operatore ha dovuto chiarire che si tratta di un aggiornamento legato esclusivamente al 4G.

Altro comune, altra situazione simile: a Giavera (sempre in provincia di Treviso), iliad ha chiesto di potenziare un impianto già attivo e la giunta comunale ha risposto con una diffida ad installare la tecnologia 5G nel proprio territorio.

Spostandoci nel Sud Italia (in Sicilia), il Comune di Siracusa ha detto NO ad una richiesta di installazione di un impianto 5G pervenuta da iliad, prevista in via Luigi Maria Monti, in una zona periferica della città.

Il Comune ha respinto l’istanza di iliad perché risultava “carente del parere sulla conformità della proposta progettuale agli allegati grafici al Regolamento Comunale degli impianti di telecomunicazione e al piano attuativo per le localizzazioni delle stazioni radio base per la telefonia mobile .. “. iliad dovrà provvedere al ripristino dei luoghi dove era partito il cantiere e il Comune ha informato la società che stanno lavorando su una ordinanza di sospensione dei lavori.

Sempre in Sicilia, ieri il Comune di Leonforte (in provincia di Enna) ha emesso una ordinanza dove viene disposto il divieto “in applicazione del principio di precauzione sancito e riconosciuto dall’Unione Europea, a chiunque di sperimentare, installare e diffondere sul territorio del Comune di Leonforte impianti con tecnologia 5G in attesa di dati scientifici più aggiornati fra i quali la nuova classificazione della cancerogenesi delle radiofrequenze 5G annunciata dall’International Agency for Research on Cancer e prendendo in riferimento i dati scientifici più aggiornati e già disponibili sugli effetti delle radiofrequenze, che evidenziano l’estrema pericolosità per la salute dell’uomo”.

Nell’ordinanza si fa anche riferimento ad una recente pronuncia del TAR della Campania che ha bloccato i lavori per un impianto di iliad Italia e Galata Spa, accogliendo così il ricorso fatto dai cittadini di Quarto. La richiesta era stata inoltrata dalle due società nel maggio del 2019 e per luglio è fissata l’udienza per discutere nel merito.

E l’ondata di fake news su 5G e Coronavirus non sta che peggiorando ulteriormente la situazione.

Ecco perché gli operatori chiedono a gran voce che ci sia una normativa unica, snella e dai tempi certi, oltre al fatto di garantire l’applicazione “di norme nazionali uniche, condivise, evitando così eccessive frammentazioni o l’adozione di provvedimenti locali che poi si traducono in ostacoli per gli operatori nella localizzazione dei loro impianti”, come ha riferito Benedetto Levi (AD iliad Italia) al Senato pochi giorni fa.


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9 Risposte

  1. gian ha detto:

    tutta gente che vede il pericolo fuori dalla finestra, dimenticando che in casa ha frigorifero,forno elettrico,lavastoviglie, modem wifi, tv smart con wifi, lampade alogene…tutte ottime fonti di campi elettromagnetici. Uh! Quasi dimenticavo la care piccole radiosveglie così vicine alle loro testoline, anche quelle nel loro piccolo sono fonte di elettrosmog.

  2. Windfeuer ha detto:

    ma quanto tempo ci vorrà per bloccare sul nascere queste iniziative idiote? Che tra l’altro sono letteralmente carta straccia.

    Capre ignoranti che non sono altro ?

  3. Gloria ha detto:

    Spero con tutto il cuore che siano sempre più numerosi i comuni coscenziosi che bloccheranno questa insana tecnologia

    • Felice ha detto:

      E’ per capre ignoranti come te che il mondo va a rotoli. Se ti informassi invece che dire fesserie, scopriresti che il 5G non supera la barriera dell’epidermide rispetto invece alle precedenti tecnologie e, soprattutto, che fa decisamente più male tenere uno smartphone attaccato all’orecchio che avere un ripetitore a poche centinaia di metri. Studiate di più e informatevi meglio invece che andare dietro come pecore alle fake news!

    • Gaspare ha detto:

      Quanto sei ignorante scrivilo e fallo sapere a tutti

    • Gaspare ha detto:

      Ma perché così tanta ignoranza?

  4. Paolo ha detto:

    Comunque quei comuni di meritano zero copertura, neanche in 2g di nessun operatore. Almeno saranno felici

  5. Antonio ha detto:

    Gli operatori dovrebbero chiedere indietro i soldi dell’asta al governo.

  6. Dert86 ha detto:

    Possibile mai che lo stato centrale non intervenga?
    Gli operatori stanno sborsando svariati miliardi per le frequenze e in più si deve vedere bloccare le richieste?
    Che il governo usi la Golden Power!