Debutto di iliad nel fisso: arriva una nuova conferma, mentre si discute ancora sulla rete unica TIM-Open Fiber


Dell’ingresso di iliad nel fisso abbiamo scritto ampiamente nelle ultime settimane, riportando sia le parole dell’AD Benedetto Levi (su un anticipo dei tempi rispetto al piano iniziale che prevedeva il debutto entro il 2024), sia delle indiscrezioni di Milano Finanza sulle trattative in corso tra iliad e Open Fiber, dove non c’è ancora un contratto firmato, ma le parti sembrerebbero molto vicine.

Fibra iliad

Un altro tassello, importante, arriva dal Ministero dello Sviluppo Economico, che ha rilasciato ad iliad l’autorizzazione generale per servizi di telefonia vocale su rete fissa (la data di rilascio è dello scorso marzo, ma l’aggiornamento del database risale a pochi giorni fa), altro segnale di una accelerazione della società in questo ambito.

Come riportato nei giorni scorsi, Open Fiber sembrerebbe al momento la scelta più logica per iliad sia sul fronte costi che su quello della qualità e delle prestazioni della rete (con la fibra Gigabit portata fino all’abitazione), ma vista la parziale copertura del territorio, nulla vieta di pensare che possano esserci anche accordi con altri operatori, come fa ad esempio Tiscali, che sfrutta la fibra di Open Fiber dove disponibile, ma anche quella di Flash Fiber (joint venture TIM e Fastweb) nelle zone non coperte dalla prima.

In Francia con Free il gruppo sta puntando tutto sulla fibra ottica, con grandi investimenti e un importante lavoro di migrazione dalle vecchie connessioni xDSL in rame a quelle FTTH (che tra l’altro sta dando i suoi frutti), dunque una opzione potrebbe anche essere quella di lanciare un servizio esclusivamente in fibra (FTTH), ma limitato nella copertura, in attesa di una accelerazione programmata dalla stessa Open Fiber.

Di sicuro c’è che è fin troppo ottimistica la possibilità che il servizio su rete fissa debutti il prossimo settembre, come scrive oggi Milano Finanza, ma i lavori sono in corso e l’attesa potrebbe comunque non essere eccessivamente lunga (le stime sul 2021 sono decisamente più credibili).

In tutto questo c’è l’incognita della rete unica TIM-Open Fiber. Il nodo rimane sempre quello del chi controlla la nuova società: per gli operatori alternativi deve rimanere neutrale come è ora Open Fiber, mentre secondo Gubitosi (AD TIM) dovrebbe essere controllata dall’incumbent.

Stando sempre al quotidiano economico Milano Finanza, l’unione delle due reti sembra ormai cosa fatta (soprattutto lato politica) e potrebbero confluire sotto Cassa Depositi e Prestiti (che controlla il 50% di Open Fiber ed è secondo socio in TIM con una quota del 9,9%).

In questo modo, con la presenza dello Stato e garantendo la neutralità della rete unica, che non finirebbe sotto il controllo di un operatore verticalmente integrato (TIM), non si rischierebbe un eventuale stop all’operazione da parte dell’Antitrust italiana e quella europea.


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2 Risposte

  1. feiore ha detto:

    Ma siamo sicuri, ci possiamo fidare??
    Nell’articolo c’è scritto:” In questo modo, con la presenza dello Stato e garantendo la neutralità della rete unica”.
    Davvero si potrebbe garantire neutralità? Oppure alla fine si risolve sempre tutto all’italiana e sarà sempre il solito monopolio targato Tim?!