Addebiti per servizi a pagamento non richiesti: perquisita la sede WINDTRE, undici indagati (aggiornato)
Ci sono 11 indagati nell’inchiesta della Procura di Milano relativa alla truffa che ha coinvolto centinaia di consumatori che si sono visti addebitare costi per dei servizi a sovrapprezzo (VAS) mai richiesti e per cui non era stato dato il consenso.
La pratica è ormai nota, bastava visitare una determinata pagina web – a cui si è arrivati tramite link e banner ingannevoli – e l’utente si ritrovava attivo immediatamente uno dei tanti servizi a pagamento tra notizie, oroscopi, suonerie, meteo, gossip etc.
Su richiesta della Procura, perquisizioni e sequestri sono stati effettuati dal Nucleo Speciale tutela privacy e frodi tecnologiche della Guardia di Finanza presso la sede legale di WINDTRE a Rho, nell’hinterland milanese.
Secondo le indagini, le ipotesi di reato sono frode informatica ai danni dei consumatori, l’intrusione abusiva a sistema telematico e la tentata estorsione contrattuale commessa da 3 persone – alcuni con ruoli dirigenziali – di WINDTRE in concorso con aggregatori/hub tecnologici e content service provider (CSP).
Per gli investigatori si tratta di un business illecito da milioni di euro che ha portato ad indagare 11 persone, mentre sono 12 i milioni di euro che sono stati sottoposti a sequestro preventivo.
WINDTRE, con una nota stampa diffusa a poche ore dalla diffusione della notizia, ha voluto precisare che i tre indagati non sono più in servizio presso la società.
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Beh, mi auguro lo facciano anche con Vodafone. Quando ero loro cliente, non potevo aprire una pagina web che mi si attivavano servizi da 5€, nonostante il blocco dei servizi a pagamento eseguito 3-4 volte. La procura di Milano ha scoperto l’acqua calda.
Anche a me, su due SIM, quelli di WIND hanno provato a togliermi del credito con attivazioni di servizi da me mai richiesti.
Nel primo caso me ne sono accorto in tempo, e l’ho chiamati e subito me li hanno restituiti… poi sono passato ad ILIAD.
L’altra SIM è di mia madre, che ha un vecchio Nokia e NON naviga in internet, e purtroppo mi hanno ridato solo 3 euro dei 5 che si erano presi…
Al prossimo scherzetto, passo a ILIAD anche l’altra SIM.
Per non incorrere nel reato di calunnia, non mi sono mai espresso pubblicamente ma ero più che certo del coinvolgimento dei vertici aziendali dei vari onestissimi Operatori di telefonia mobile italici.
Resterò nelle mie convinzioni anche se andassero tutti assolti.
Ovviamente, agli amici più stretti, ho sempre espresso il termine più esatto per descrivere la condotta “onestissima” che hanno portato ad indagare sugli addebiti oggetto dell’articolo odierno.
Ah, le varie Autority del settore, che sonno profondo hanno avuto!
Si sono svegliati perché è capitato a loro stessi?
Non lo so se è capitato a loro stessi. So che è una storia d’amore molto antica tra Operatori e pusher (si, pusher. Il termine è esatto) di abbonamenti a servizi di terze parti non richiesti. Non è lo spot che cercavo ma è utile per rinfrescare la memoria:
https://youtu.be/9aF6vUEc16Q
In realtà era una battuta la mia perché il procuratore si è messo ad indagare e non dare la solita multa (da quello che dicono i giornali) proprio perché ha avuto prova lui stesso di come non servisse fare un click per avere sevizi aggiuntivi non richiesti, non solo su schede human ma anche M2M (il frigo che vuole una suoneria col suo nome?). E credo (e spero) che ora non si fermino alla sola Wind perché la cosa è molto diffusa anche su Vodafone e Tim (ne ho esperienza personale)
Ridiamoci su:
Sapessi te le litigate che faccio con il mio frigorifero che PRETENDE di essere riempito quando è vuoto!
Gli ho detto: “bello mio, io non sono Pantalone! Se vuoi fare i tuoi comodi, quella è la porta”.
😀