Decreto Semplificazioni: ora i sindaci non potranno più vietare l’installazione di nuove antenne



Con un emendamento inserito nel Decreto Semplificazioni, pubblicato nei giorni scorsi in Gazzetta Ufficiale, il Governo Conte ha finalmente messo nero su bianco quello che possono e non possono fare i sindaci italiani sul fronte delle nuove installazioni di impianti di telefonia.

Dal 31 luglio 2020, i sindaci non potranno più impedire una nuova installazione di “stazioni radio base per reti di comunicazioni elettroniche di qualsiasi tipologia” o fare, come abbiamo visto anche di recente (qui alcuni casi di cui abbiamo scritto), apposite delibere che vietano ad esempio il 5G sul proprio territorio comunale.

Come riportato nel Decreto Semplificazioni, la novità riguarda impianti di telecomunicazioni di qualsiasi tipologia, dunque non solo riferiti al 5G:

I comuni possono adottare un regolamento per assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti e minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici con riferimento a siti sensibili individuati in modo specifico, con esclusione della possibilità di introdurre limitazioni alla localizzazione in aree generalizzate del territorio di stazioni radio base per reti di comunicazioni elettroniche di qualsiasi tipologia e, in ogni caso, di incidere, anche in via indiretta o mediante provvedimenti contingibili e urgenti, sui limiti di esposizione a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici, sui valori di attenzione e sugli obiettivi di qualità, riservati allo Stato ai sensi dell’articolo.

Si tratta di un intervento che ormai era diventato necessario, con il diffondersi di molte fake news (non ultima quella che vedrebbe una correlazione tra 5G e Coronavirus) che ha portato sempre più persone a protestare su qualsiasi nuova installazione degli operatori di telefonia mobile, fino a casi estremi come incendi dolosi in diverse parti del mondo (che hanno coinvolto anche Free Mobile in Francia).

Antenna Free Mobile Annecy-le-Vieux

Antenna Free Mobile a Annecy-le-Vieux (foto Le Dauphiné Libéré)

Nella speranza che, con questo intervento, d’ora in poi ci saranno anche meno intoppi nello sviluppo della rete proprietaria di iliad.

Il 5G fa davvero male?

Rispondere alla domanda se il 5G fa davvero male o meno è difficile, visto che sono ancora pochi gli studi su lungo termine che provino effetti più o meno nocivi per l’uomo.

Quello che però possiamo fare, è segnalare ancora una volta cosa ci dicono dall’IT’IS (The Foundation for Research on Information Technologies in Society) di Zurigo (affiliato ETH, il Politecnico Federale di Zurigo), coinvolto nello studio voluto dalla Confederazione elvetica sui rischi per la salute legati al 5G.

Emissioni elettromagnetiche da smartphoneSecondo i ricercatori dell’IT’IS che studiano da anni l’impatto che hanno queste tecnologie sulla biologia umana, tra le poche certezze che si hanno è che le onde a frequenze più basse (principalmente quelle utilizzate fino ad ora per il 2G/3G e 4G) riescono a penetrare nel tessuto umano fino a un centimetro e mezzo, provocando un riscaldamento degli organi più interni.

E un riscaldamento continuo dei tessuti può portare a delle patologie. Per questo motivo devono essere rispettate le normative sui limiti delle emissioni elettromagnetiche e soprattutto viene consigliato di utilizzare il cellulare per poco tempo o comunque con auricolare, per distanziarlo il più possibile dalla nostra testa o dai vari organi.

Le onde millimetriche che invece verranno utilizzate per il 5G non riescono a penetrare così a fondo la nostra pelle (che farebbe di fatto da scudo agli organi interni), fermandosi a circa 2 millimetri. Dunque eventuali rischi potrebbero essere proprio a livello della pelle, ma non ci sono ancora sufficienti studi per capirlo.

Le raccomandazioni rimangono in ogni caso sempre le stesse: tenere lontano il laptop dal corpo se si sta navigando. Attivare il Wi-Fi solo quando lo si usa e posizionare l’access point ad almeno un metro di distanza da dove si dorme. Per ridurre il carico di radiazioni alla testa fare telefonate brevi con il cellulare o preferire gli SMS o usare auricolari o il vivavoce.


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