Rete unica: coro di NO al controllo TIM. Dal Financial Times a Vodafone Group. “Si ritorna al monopolio e violazione diritto UE”



Il “coro” dei contrari alla rete unica a controllo TIM continua a farsi sentire, da un pesante editoriale del Financial Times fino a Nick Read, CEO del Gruppo Vodafone.

Nick Read

In una lettera pubblicata su Politico EU, Read spiega come con il controllo di TIM su Open Fiber si torna “a un modello di monopolio fallito che non può essere positivo né per la concorrenza né per gli investimenti. Inoltre viola quattro decenni di politica antimonopolistica e il diritto dell’Unione Europea”.

“In Italia, il governo cerca di ricreare nel Paese il monopolio della rete fissa che i precedenti governi e le istituzioni dell’UE nel tempo avevano smantellato. Da tempo il governo cerca un modo per consolidare la rete fissa di Telecom Italia, ex monopolio statale, con Open Fiber, società della rete che vende fibra esclusivamente all’ingrosso e controllata dal governo.

Ciò lascerebbe i potenziali fornitori di banda larga fissa con un solo venditore di accesso all’ingrosso alla rete combinata, ancora una volta Telecom Italia. I clienti all’ingrosso di Open Fiber, compresa Vodafone, dovrebbero competere con le offerte di banda larga fissa al dettaglio di Telecom Italia senza altra opzione che acquistare l’accesso all’ingrosso da loro”.

Il CEO ricorda come “creare qualsiasi forma di concorrenza nel mercato fisso italiano è stato notoriamente difficile, solo con l’istituzione di Open Fiber, alcuni anni fa, l’Italia ha iniziato a modernizzare le proprie reti fisse, fornendo servizi ad alta velocità più comparabili a quelli degli altri paesi membri dell’UE”.

Poi cita i principi alla base del diritto UE: “Il diritto della concorrenza dell’UE mira al giusto obiettivo. La politica dovrebbe incoraggiare sia la concorrenza sia i continui investimenti nelle reti digitali e nei servizi di telecomunicazione. Ultimamente, tuttavia, governi e regolatori nazionali rischiano di smarrirsi”.

Infine l’appello alla Commissione Europea (ultima speranza per scongiurare un ritorno al monopolio): “Per il bene di tutti gli europei, è giunto il momento che Bruxelles si accorga di queste tendenze. Con l’Europa sempre più connessa digitalmente a causa del COVID-19, l’UE non deve sbagliare la sua strategia di infrastruttura digitale.

Ma un altro affondo contro la rete unica (sempre in riferimento al controllo di TIM) è arrivato oggi dal principale e più autorevole giornale economico-finanziario del Regno Unito, il Financial Times.

Trattando il caso italiano, viene ricordato in primis che l’Italia è uno dei pochi paesi dove non esiste la tv via cavo. Il riferimento è ovviamente al fatto che su questa tipologia di rete non passa solamente la tv, ma anche la connessione internet per milioni di famiglie, quindi in diverse nazioni da sempre si è potuto contare su una concorrenza nel mercato della rete fissa grazie a diverse infrastrutture alternative tra loro.

In Italia l’unica vera concorrenza è iniziata solamente con l’arrivo di Open Fiber, costringendo così l’incumbent (Telecom Italia) a mettere mano al portafogli e iniziare ad investire sulla fibra.

Come per il CEO del Gruppo Vodafone, anche il Financial Times rimarca un concetto molto importante: mentre nel resto d’Europa tutti i governi puntano a togliere monopoli e favorire la concorrenza e gli investimenti, nel nostro paese succede praticamente l’opposto.

La nuova società che controllerà la rete unica (AccessCo) sarà di proprietà di TIM, che ne deterrà una quota superiore al 50%. I concorrenti sono ovviamente contrari, ad eccezione di Fastweb e Tiscali, che sembrano ormai saliti sul “carro del vincitore”, con la prima con una piccola quota nella nuova società (4,5%) e la seconda, forse in futuro (forse).

Un dirigente delle telecomunicazioni, citato dal Financial Times (il riferimento sembra quello alle dichiarazioni di Bernabè dello scorso luglio), ha dichiarato che “stanno progettando il suicidio perfetto per la fibra. Stanno ricreando un mostro”.

E proprio Bernabè (che in passato è stato lui stesso AD di Telecom Italia) in una intervista a Il Sole 24 Ore di metà luglio aveva spiegato come ormai è troppo tardi per la rete unica in Italia.

Un’aggregazione in capo a Telecom Italia susciterebbe sicuramente reazioni da parte dei concorrenti – spiega il manager oggi Presidente di Cellnex Telecom – che si rivolgerebbero all’Antitrust UE”.

C’è da tener presente che in tutti i Paesi, tranne che in Italia, ci sono almeno due reti a copertura nazionale: la rete di tlc e la rete delle tv via cavo che eroga anche la banda larga.

Sottraendo la rete a Telecom, il Governo si troverebbe a dover gestire la crisi di un gruppo come Telecom. Dunque, se si considera la molteplicità dei problemi in gioco, la soluzione della rete unica rischia di aggravarli anziché di risolverli.

Anche se fossero sotto la stessa proprietà, le due infrastrutture sarebbero destinate a restare separate, perché sono entrambe complete, dal backbone in avanti, ma realizzate con tipologia e architettura differenti. Non sono perciò integrabili: le linee che raggiungono le abitazioni partono da punti d’accesso differenti.

La soluzione proposta da Bernabè è che “Cassa Depositi e Presiti vendesse la sua quota in Open Fiber e col ricavato promuovesse la ricapitalizzazione di Telecom, che ne ha urgente bisogno anche per sostenere gli investimenti. Altrimenti Telecom difficilmente sarà in grado di garantire il passaggio dal rame alla fibra nei tempi e nei modi idonei a soddisfare KKR. Sia TIM che Open Fiber si terrebbero la propria rete, ma potrebbero creare una società comune per coprire le aree grigie”.

Le alternative ci sono e se si continuerà sulla strada attuale, il rischio concreto è quello di uno “scontro” con l’Antitrust UE, che difficilmente consentirebbe un ritorno al monopolio, dopo che per anni ha lavorato per abbatterli in tutta l’Unione Europea.

E la stessa speranza è anche di milioni di consumatori, che oggi grazie alla concorrenza innescata da Open Fiber e dagli operatori alla cui infrastruttura si appoggiano, hanno connessioni in fibra ottica fino all’abitazione (FTTH) con velocità fino ad 1 Gigabit al costo di una vecchia connessione xDSL (o anche meno).


Commenta questa e le altre notizie sui nostri profili Facebook, X (ex Twitter), BlueSky, Mastodon o nella Community dedicata agli utenti iliad (che conta oltre 20.000 iscritti).

Puoi seguire Universo Free anche su Google News, cliccando sulla stellina da app e mobile o alla voce “Segui“. Le notifiche in tempo reale con i nostri aggiornamenti e le ultime notizie, sono inoltre disponibili unendoti al nostro canale Telegram e al nostro nuovo canale WhatsApp.

Universo Free è anche una comoda Web App gratuita che puoi portare sempre con te, scaricala subito sul tuo smartphone. Per segnalarci novità, anteprime, nuove aperture di store iliad, scrivici direttamente da qui.

10 Risposte

  1. Alex T ha detto:

    Non si può fare una petizione contro la rete unica e inviarla alla commissione europea?

    • Redazione ha detto:

      Certo. Ma anche ogni cittadino può scrivere direttamente all’Antitrust Europea o alla Vestager… a differenza delle istituzioni italiane, leggono e valutano tutte le richieste che gli arrivano. Sappiamo anche di risposte dirette ai singoli cittadini.

  2. Federico da Venezia ha detto:

    Solo in italia possono accadere queste cose. Non doveva nemmeno passare per la testa il pensiero folle proporre una cosa del genere, sotto il controllo del (Ex, ma lo è ancora) monopolista poi! Ma dove credono di operare, nella repubblica delle banane! Il pensiero, poi, che “Cassa Depositi e Prestiti vendesse la sua quota in Open Fiber e col ricavato promuovesse la ricapitalizzazione di Telecom, che ne ha urgente bisogno anche per sostenere gli investimenti” è la ciliegina sulla torta! Utilizzare questi capitali pubblici (risultanti dalla vendita della quota di Open Fiber) per utilizzarli in una società privatizzata è follia pura! L’unica speranza è lo STOP dell’Antitrust europeo. L’unica. Abbiamo a che fare con lestofanti ovunque.

  3. Davide ha detto:

    Io ho mandato una mail a margrethe, vediamo se mi risponde

    • Redazione ha detto:

      Non sei il primo utente che ci segnala di averle inviato una mail ed è un’ottima iniziativa che andrebbe seguita da tanti altri italiani/consumatori. Noi l’abbiamo già citata pubblicamente sui suoi canali social ufficiali e in diversi articoli e crediamo nella serietà delle istituzioni europee, quindi vedremo come evolverà la situazione nei prossimi mesi.

  4. undertherain ha detto:

    Ma magari lo capissero anche gli italiani!!!

    • Federico da Venezia ha detto:

      Credo che gli italiani l’abbiano capito benissimo, ma non possono fare alcunché. Sono nelle mani di … (auto-censura). Per quello l’unica speranza è nello STOP europeo!

      • undertherain ha detto:

        Speriamo, ma credimi… gli italici manco sanno la differenza tra il rame marcio in derivata decima e la fibra ottica.
        Gli hanno dovuto fare i bollini verde, arancio e rosso ma manco ci arrivano, o semplicemente se ne fregano e poi si lamentano.