Rete iliad: in provincia di Brindisi striscioni di protesta e raccolta firme contro nuove antenne del gestore


Anche se i Comuni italiani con il Decreto Semplificazioni (approvato lo scorso luglio) non potranno più impedire una nuova installazione di “stazioni radio base per reti di comunicazioni elettroniche di qualsiasi tipologia”, continuano a non mancare le proteste dei cittadini appena giunge notizia di una qualche nuova installazione da parte degli operatori telefonici.

Un esempio arriva negli ultimi giorni dalla provincia di Brindisi (per la precisione da Oria, comune da circa 15.000 abitanti), dove un comitato spontaneo di residenti ha tappezzato la cittadina con decine di striscioni per dire NO a nuove antenne di telefonia mobile.

Striscione NO antenne Oria

Da quanto riportano i media locali, la protesta prosegue dalla scorsa settimana ed è scattata dopo che si è diffusa la notizia di due impianti che iliad Italia ha intenzione di installare in due aree private.

Impianti dove verranno poi attivate 6 antenne del gestore, tutte in tecnologia 3G e 4G, nulla per il momento invece sul fronte 5G (su cui normalmente si scatenano le peggiori fobie da parte di alcuni cittadini). Qui di seguito, una delle due richieste inoltrata ad inizio luglio.

Istanza autorizzazione iliad Oria

Richiesta di autorizzazione per installazione di un nuovo impianto iliad Italia

La protesta degli striscioni segue una petizione delle scorse settimane, dove erano state raccolte oltre 700 firme di cittadini che si sono detti preoccupati per i possibili effetti nocivi delle onde elettromagnetiche sulla salute pubblica, chiedendo al Comune di rigettare le due istanze presentate da iliad.

Il Comune, salvo casi eccezionali, non può più rifiutare installazioni di impianti di telefonia mobile se hanno ricevuto parere positivo dall’ARPA (l’agenzia regionale che si occupa della protezione ambientale e ha anche il compito di verificare che non vengano superati i limiti di legge sulle emissioni di onde elettromagnetiche).

I cittadini avevano anche richiesto che il Comune prendesse l’impegno di discutere con iliad Italia lo spostamento degli impianti in aree alternative ma senza successo. Passati 90 giorni dalle due richieste inoltrate da iliad al SUAP, salvo imprevisti, scatterà il silenzio-assenso e il gestore potrà procedere con le installazioni.


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5 Risposte

  1. Gianni ha detto:

    Ma alla fine le antenne dove cavolo lo devono mettere assurdo non anno fatto casino con Tim Vodafone Wind 3

  2. Donato Ingrosso ha detto:

    Gente ignorante, certe persone non capiscono che se ci sono poche antenne e di conseguenza il segnale è debole il cellulare per agganciarsi alla rete emana più radiazioni, sono i cellulari che fanno male e non le antenne!

  3. uiblog.it ha detto:

    Gente così sarebbe da lasciare senza uno stralcio di connessione internet per anni, e poi vedi come cambiano idea.

  4. Federico da Venezia ha detto:

    Per coerenza e par condicio, togliere tutte le antenne.