Xavier Niel (Iliad), Pierre-Antoine Capton e Matthieu Pigasse prendono il controllo di Mediawan


L’AMF (l’autorità francese dei mercati finanziari) ha annunciato giovedì scorso il successo dell’offerta pubblica di acquisto lanciata da Xavier Niel, Pierre-Antoine Capton e Matthieu Pigasse per prendere il controllo del loro gruppo di produzione audiovisiva Mediawan.

Mediawan nuovo logo

L’OPA lanciata a fine luglio ha permesso ai tre fondatori di Mediawan, con il supporto del fondo KKR, di raccogliere oltre l’85% del capitale del gruppo.

L’obiettivo di questa operazione è quello di aumentare il controllo francese in Mediawan, grazie anche ad un consorzio di investitori a lungo termine come Bpi France (la banca pubblica per gli investimenti, controllata dallo Stato) e lavorare per far crescere ancora di più il gruppo audiovisivo a livello internazionale.

I fondatori non escludono anche un delisting, ovvero un ritiro del titolo dalla quotazione in Borsa, ora che non sono lontani dalle soglie previste per questa operazione.

In cinque anni sono state fatte circa 25 acquisizioni, alcune delle quali erano state annunciate lo scorso giugno dai tre fondatori (come l’acquisizione di Lagardère Studios, la filiale di produzione audiovisiva del Gruppo Lagardère o del produttore televisivo spagnolo The Good Mood Productions, specializzato principalmente in serie tv).

Ricordiamo che fa parte di Mediawan anche l’italiana Palomar (acquisita nel 2019). “Mediawan continuerà a lavorare con ancora più forza per acquisire, creare e sviluppare contenuti”, ha dichiarato Pierre-Antoine Capton all’agenzia di stampa francese AFP, aggiungendo:

“Non abbiamo mai avuto così tanti sviluppi, progetti in preparazione, riprese o montaggio, in tutti i campi (film, serie tv, documentari, animazione…) e siamo pronti ad affrontare l’elevata domanda di contenuti che saranno il risultato della direttiva europea SMA, un nuovo regolamento che costringerà piattaforme come Netflix a investire molto di più nella produzione audiovisiva francese ed europea”.

La direttiva europea sui Servizi dei Media Audiovisivi (direttiva SMA) prevede infatti che il 30% dei contenuti dei cataloghi delle piattaforme di video on demand (come Netflix, Amazon Prime Video, Google Play etc), deve essere europeo.


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