Nuove antenne iliad e nuove proteste a Ravenna e in provincia di Roma e Catania


Nonostante ormai la normativa nazionale sia ben chiara e i Comuni non possono più bloccare (salvo rare eccezioni) nuove installazioni che hanno oltretutto ottenuto il via libera dall’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente (per quanto riguarda il rispetto dei limiti sulle emissioni elettromagnetiche), non mancano ancora oggi proteste di vario tipo quando partono i lavori per nuove antenne iliad (ma il discorso vale anche per gli altri gestori).

Solo negli ultimi due giorni, si sono registrate proteste in diverse province italiane, come quella di Catania e Roma o nella periferia di Ravenna.

Partiamo dalla Sicilia, Giarre per la precisione, comune di oltre 27.000 abitanti dove l’arrivo di alcune componenti di un impianto iliad (parti di un pilone dove saranno montate le antenne) ha fatto scendere in strada diversi residenti, tutti preoccupati per le emissioni elettromagnetiche.

Antenna iliad Giarre

Stando alle testimonianze raccolte da un portale web locale (qui il video), i cittadini lamentano la vicinanza con un altro impianto nella stessa area e si dichiarano spaventati per presunte malattie che porterebbero le radiazioni emesse da questa nuova antenna.

E’ chiaro che si tratta di persone che hanno una bassa o nulla conoscenza della tematica e non sanno che una antenna prima di essere installata deve ricevere tutte le autorizzazioni del caso, in primis quella che riguarda le emissioni elettromagnetiche nella zona di riferimento (quindi tenendo in considerazione anche quelle di eventuali antenne già presenti).

Oltretutto, come ormai noto, l’Italia ad oggi è il paese con una delle normative in assoluto più restrittive per quanto riguarda le emissioni elettromagnetiche (6v/metro).

Come dicevamo ad inizio articolo, non è l’unico caso degli ultimi giorni. C’è anche il comune di San Cesareo (poco più di 15.000 anime nella città metropolitana di Roma), dove un nuovo pilone già montato in un terreno privato in via del Ticino, spaventa i residenti.

Viene lamentata l’eccessiva presenza di antenne a poca distanza l’una dall’altra, a cui si aggiunge l’ennesima fobia per il 5G, anche se il pilone installato per conto di iliad al momento non è operativo (non c’è null’altro che un pilone ben saldato sul terreno).

Chiudiamo con la periferia di Ravenna, dove una antenna iliad (autorizzata lo scorso 5 ottobre e prevista in via del Mugello) ha causato l’ennesima protesta dei residenti, con tanto di raccolta firme (inutile) con cui chiedere un intervento del sindaco.

Si tratterebbe di un nuovo impianto del gestore che, per i cittadini della zona, è troppo vicino ad un altro già esistente (circa 150 metri di distanza) e ne chiedono quindi lo spostamento.

Tutte situazioni molto simili tra loro e tutte collegate alla paura (spesso quasi fobia) verso emissioni elettromagnetiche ritenute pericolose per la salute. Probabilmente finché non ci sarà una corretta e capillare informazione su queste tematiche, continueremo a leggere di queste situazioni ancora a lungo.


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