Nuovo impianto iliad a Civitanova Marche (MC): in fumo un investimento di oltre 53.000 euro per le proteste dei residenti
Più di un anno per poter installare nuove antenne e ancora oggi gli intoppi non mancano. Parliamo dell’ennesimo caso di proteste e richieste di spostamento di un impianto iliad, questa volta nel comune di Civitanova Marche, in provincia di Macerata.
Qui la storia è davvero lunga: si parte da febbraio 2019, quando iliad ha trasmesso al Comune il suo piano annuale per l’installazione di nuovi impianti a Civitanova Marche. Delle quattro aree di interesse, il Comune il successivo mese di novembre ne approva solo due (una tra l’altro era nei pressi del centro commerciale Cuore Adriatico, dove è presente un Corner iliad).
A tutto questo, si aggiunge la formazione di un comitato di quartiere (con relativa raccolta firme) che chiede lo spostamento dell’antenna da una delle aree approvate (nella frazione di Santa Maria Apparente), per i soliti timori degli effetti delle onde elettromagnetiche sulla salute.
Il Comune decide allora di accogliere le richieste di cittadini e imprenditori e di far spostare il tanto discusso impianto (che non sarebbe stato utilizzato per installare antenne 5G, che fanno ancora tanta paura).
Ma iliad aveva già iniziato i lavori per quell’impianto, investendo (stando a quanto riportano diversi media locali) ben 53.197 euro. Soldi che una società privata non può ovviamente permettersi di buttare via, soprattutto se per delle paranoie non giustificate (un impianto di telefonia per poter operare deve prima aver ottenuto il via libera dall’ente regionale per la protezione ambientale, dunque sotto il profilo delle emissioni elettromagnetiche era tutto nella norma).
Dopo numerosi incontri tra iliad Italia e il Comune, si è trovato alla fine un compromesso: l’operatore telefonico sposterà l’impianto a 30 metri circa di distanza (tanto basterebbe per tranquillizzare gli animi del residenti) e il Comune si accollerà parte del costo dell’impianto (30.000 euro), scontando ad iliad il canone annuo della locazione per nove anni.
Ricapitolando: quasi due anni per poter installare un impianto e relative antenne (salvo ovviamente non spuntino nuovi intoppi) e oltre 20.000 euro (su 53.197) di investimenti andati in fumo. E per fortuna che la nuova normativa nazionale dovrebbe limitare se non annullare totalmente queste casistiche.
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meriterebbero di essere lasciati senza rete una settimana! poi proprio di questi tempi mettersi a fare ste proteste,che beoti. E non capisco perché dopo aver approvato tutto i comuni diano comunque retta ai soliti ignoranti bah
Lasciateli isolati.
Comunque 30 metri sono sempre 30 metri,spostare le antenne così lontano dalla collocazione originaria azzera ogni rischio per la popolazione.E onestamente va detto che i promotori dell’ennesimo comitato locale antiqualcosa dovevano assolutamente scongiurare (altri) danni al cervello.
pagliacciata italiana
E poi ci si domanda perché nessuno investe mai nel nostro paese…