La rete unica TIM-Open Fiber potrebbe non vedere mai la luce. Nel PNRR si parla di più reti a banda larga ultraveloce


Nel Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza (PNRR) che il Governo Draghi ha inviato a Bruxelles sembra non esserci traccia del progetto di rete unica, quella che dovrebbe (il condizionale ormai è d’obbligo) nascere dall’unione di Open Fiber e TIM.

La notizia non è confermata ufficialmente, ma alcuni quotidiani come la Repubblica, oggi hanno riportato come tra le righe di pagina 98 del PNRR presentato alla Commissione Europea lo scorso 30 aprile, si fa riferimento non più alla rete unica voluta dal Governo Conte ma allo sviluppo di una infrastruttura di reti a banda larga ultraveloce.

Dunque si parla al plurale. Più reti a banda larga, non una sola. Secondo quanto riporta anche da Bloomberg, l’abbandono del piano che doveva portare alla formazione della rete unica per tutto il paese da parte di Draghi sarebbe frutto di un pressing della Commissione Europea, ostile all’ipotesi di rete unica, come lo è l’AGCOM in Italia.

Nulla che non era già noto da tempo, come ribadito più volte anche da Open Fiber e dalla stessa AGCOM, facendo presente che la Commissione Europea non avrebbe visto di buon occhio questo ritorno al monopolio e per di più in una società che sarebbe stata sotto il controllo di TIM.

Il PNRR destina oltre 6,5 miliardi di euro alle reti ultraveloci, parlando di pluralità di reti con più operatori. Questo non significa che morto il progetto di rete unica, gli operatori non possano comunque chiudere accordi di co-investimento o costituire consorzi, soprattutto nelle aree grigie, ovvero quei territori del paese dove ci sarà un solo operatore a fornire i servizi di banda ultralarga.

D’altronde è quello che succede già in diversi paesi europei e va ricordato che solo con la nascita di Open Fiber, in Italia abbiamo assistito ad una forte espansione della rete in fibra ottica fino all’abitazione (investimenti su cui TIM ha latitato per troppo tempo).

La notizia dell’addio al progetto della rete unica ha portato, come prevedibile, ad un tonfo del titolo TIM, che ha chiuso a Piazza Affari a 0,42 euro, peggior risultato da fine marzo ad oggi.

Di suo TIM ha diffuso una nota a mercati chiusi in cui ha annunciato che presenterà un esposto alla Consob “in merito alle indiscrezioni di stampa circolate nella giornata odierna, che hanno determinato un impatto negativo sull’andamento del titolo in Borsa”.

Per il Gruppo guidato da Luigi Gubitosi, le interpretazioni riportate oggi dalla stampa italiana sono “del tutto inappropriate e prive di riscontri oggettivi”. Secondo TIM “non si comprende, infatti, la relazione tra il suddetto Piano e possibili aggregazioni delle società oggi operanti nel settore, atteso che, come più volte ricordato anche da rappresentanti di Governo, tali aggregazioni rientrano tra le operazioni di mercato rimesse esclusivamente alla volontà delle società coinvolte e dei loro soci”.

Se la notizia verrà confermata, continuerà la concorrenza sulle reti a banda ultralarga e si eviterà un ritorno al monopolio. Una buona notizia per il Paese ma soprattutto per i consumatori italiani.


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4 Risposte

  1. Michele ha detto:

    Non si augura il male a nessuno,ma se in prospettiva ci saranno riduzioni di personale in casa TIM e vedrò i soliti (finti)sindacati coi fischietti chiedere il sostegno degli Italiani per la loro causa credo che sarò uno di quelli che si volterà dallì’altra parte con fredda convinzione.Ancora bruciano le telefonate che mi hanno chiuso quando chiedevo assistenza,quando cercavo di capire perchè mi addebitavano costi per servizi mai richiesti nè utilizzati ed infine ricordo le grasse risate di un miserabile raccomandato quando ho cambiato operatore e mi hanno costretto a rinunciare al mio numero per evitarmi una estorsione da 240 euro.Era bello il monopolio,eh?
    Se perdete il posto,e state pur certi che mamma TIM dovrà rinunciare ad una bella fetta di molti di voi,indovinate chi sarà a ridere stavolta?

  2. Baloo ha detto:

    Piuttosto che la rete unica si potrebbe mutualizzare, onde evitare fibre parrallele: il primo ad averla posta la affitta agli altri operatori, come si fa in certi paesi, anche per le antenne cellulari..

  3. Bruno ha detto:

    la rete unica la deve fare lo stato e portarla anche a Torresina, Valmala, Cervatto, Ribordone, Ingria, Pedesina, Briga Alta, Monterone, Moncenisio…che sono i comuni piu’ piccoli d’Italia per numero di abitanti!

  4. Andrea/ ha detto:

    Il monopolio non porta benefici, meglio la concorrenza.