Il Gruppo M6 non è più in vendita: tra i potenziali acquirenti c’erano Niel e MediaForEurope

Groupe M6 Niel

Dopo il fallimento della fusione tra TF1 (il principale canale tv privato francese controllato dal gruppo Bouygues) e Gruppo M6 (quarto principale canale tv nazionale in Francia con tre emittenti radiofoniche nazionali – RTL, RTL2, Fun Radio – e i canali televisivi W9, 6ter, Gulli e Paris Première), i tedeschi di Bertelsmann ci ripensano e hanno deciso di non vendere più la loro quota di controllo di M6.

La novità degli ultimi giorni riguardava Xavier Niel (fondatore del Gruppo iliad), che aveva presentato un’offerta per acquistare il Gruppo M6 insieme a MediaForEurope, il gruppo televisivo che controlla Mediaset Italia e di cui è azionista principale Fininvest, la holding della famiglia Berlusconi.

I tempi erano ormai strettissimi, Bertelsmann doveva infatti vendere entro la fine di questo mese, perché l’ARCOM (l’autorità pubblica francese per la regolamentazione della comunicazione audiovisiva e digitale) aveva avvisato che se non fosse stata rispettata questa tempistica, sarebbe stato difficile un pronunciamento entro maggio 2023.

Perché maggio 2023? Perché in quella data (il 3 maggio per la precisione) scatta il rinnovo della concessione per trasmettere e, secondo la legislazione francese, a quel punto prima di mettere di nuovo in vendita la propria quota è necessario attendere 5 anni (quindi fino al 2028).

Secondo la stampa francese, Xavier Niel insieme a MediaForEurope, avevano messo sul piatto circa 1,2 miliardi di euro.

La decisione del gruppo Bertelsmann è arrivata nella serata di lunedi 3 ottobre, con una nota stampa in cui è stata spiegata questa decisione: “RTL Group ritiene che i rischi e le incertezze legali siano troppo elevati a causa dei processi di approvazione richiesti dalle autorità antitrust e dei media e dei tempi del prossimo rinnovo della licenza del canale principale M6”.

Queste le parole del CEO di Bertelsmann, Thomas Rabe: “Continueremo a perseguire la nostra strategia per costruire gruppi media nazionali di grandezza sufficiente per competere con le piattaforme americane”.

Da tempo Niel sta investendo in giro per l’Europa e non solo, tra gli esempi più recenti, l’acquisizione di una quota del 2,5% in Vodafone Group (dopo la mancata acquisizione di Vodafone Italia, su cui non è ancora detta l’ultima parola) e siamo sicuri che nei prossimi mesi non mancheranno ulteriori sorprese.


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