TAR accoglie ricorso di iliad contro le rateizzazioni superiori a 24 mesi

TAR Stop rateizzazioni oltre 24 mesi

Come riferisce questa mattina Radiocor, il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio ha accolto il ricorso presentato da iliad Italia contro la disposizione AGCOM che permetteva agli operatori di telecomunicazioni di offrire contratti con vincoli di durata superiore ai 24 mesi.

Questo quanto succede ad oggi: con le offerte fibra di alcuni gestori (in particolare TIM e WindTre) il costo del modem viene spalmato gratuitamente in 48 mensilità, ma se il cliente decide di cambiare operatore dopo pochi mesi o uno o due anni, si ritroverà addebitate tutte le mensilità rimanenti.

Per fare un esempio concreto, con l’offerta  Super Fibra di WindTre, il costo del modem fornito è di 5,99 euro al mese per 48 mesi, ma incluso nella rata dell’offerta (22,99€ nel momento in cui andiamo online). Se il cliente vuole andarsene prima di questi 48 mesi (4 anni), si ritroverà a pagare tutte le rate rimanenti (5,99 euro per i mesi mancanti). Parliamo dunque di cifre non proprio piccole, che indubbiamente disincentivano la possibilità di migrare verso altri fornitori, limitando la concorrenza.

iliad si è subito battuta contro questa disposizione dell’AGCOM sostenendo che violava il Codice Europeo delle Comunicazioni Elettroniche (CEE), il quale impone un limite massimo di 24 mesi per i contratti, con poche eccezioni. Di fatto si trattava di una disposizione lesiva della libertà dei consumatori di cambiare operatore senza vincoli e costi eccessivi.

Ora il TAR ha dato ragione ad iliad e ha stabilito che non è possibile rateizzare i terminali forniti al cliente per periodi superiori i 24 mesi, salvo esplicito consenso del consumatore per una estensione legata ad eventuali servizi aggiuntivi sottoscritti con l’operatore.

Non resta che vedere se chi attualmente commercializza offerte con rateizzazione dei terminali fino a 48 mesi si adeguerà in tempi celeri o risponderà con un eventuale ricorso. Di sicuro in tutta questa storia non ha fatto una gran bella figura l’AGCOM, che dovrebbe tutelare la concorrenza e il pluralismo nelle telecomunicazioni e invece…


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