Rete unica: le parole di Bisio (Vodafone), Ibarra (Sky), Bassanini (Open Fiber), Gubitosi (TIM) e Bernabè


Si è tornati a parlare di rete unica in occasione del webinar “Le nuove reti per l’industria italiana e per i consumatori” organizzato da Fratelli d’Italia.

Diversi gli interventi su un tema di strettissima attualità, a partire da quello di Bassanini (Presidente di Open Fiber). Abbiamo raccolto qui di seguito le dichiarazioni più rilevanti.

Franco Bassanini (Open Fiber)

Il Presidente di Open Fiber spinge per una rete unica neutrale, evitando un ritorno al monopolio

La mia personale convinzione è che la rete unica potrebbe essere utile al Paese, ma a patto che non si trattasse di ritorno al monopolio verticalmente integrato, in questo caso ci sarebbero sia insormontabili difficoltà a livello di Autorità poste alla tutela della concorrenza, sia il rischio nella logica di chi ha legittimo interesse a diluire nel tempo la migrazione dal rame alla fibra [il riferimento è naturalmente a TIM].

Penso che o si va verso la soluzione di una rete indipendente neutrale, assicurando il massimo impegno verso la migrazione da rete di vecchia generazione alle reti di nuova generazione oppure bisogna trovare tutti i sistemi, gli strumenti, gli incentivi per accelerare in un regime di competizione tra più infrastrutture con reti VHCN (Very High Capacity Network).

Bassanini ricorda inoltre che due sono state le “palle al piede” che hanno impedito lo sviluppo della rete in fibra in Italia:

La scelta effettuata alcuni decenni fa che ha impedito lo sviluppo delle reti via cavo in Italia e l’errore politico fatto al momento delle grandi privatizzazioni nella seconda metà degli anni ’90.

L’energia fu ritenuta strategica e la privatizzazione di Eni ed Enel fu fatta conservando una partecipazione azionaria di controllo allo Stato che come investitore paziente di lungo termine lavora per assicurare che queste grandi aziende facciano gli investimenti necessari, nel caso delle tlc si ritenne che non fossero altrettanto strategiche e la privatizzazione fu totale.

Infine snocciola alcuni dati importanti su Open Fiber:

Open Fiber ha realizzato connessioni fino alle case per 7 milioni di abitazioni, il nostro target era 9 milioni e mezzo, siamo a oltre due terzi del percorso, attualmente sono connessi attraverso gli operatori di telecomunicazioni – visto che Open Fiber è un operatore wholesale only – 1,2 milioni di utenti finali.

Gli utenti finali italiani collegati in fibra fino alle abitazioni secondo gli ultimi dati AGCOM sono poco più di 1,5 milioni, il 70% sono collegati su infrastruttura FTTH di Open Fiber, è un risultato significativo per una startup.

Aldo Bisio (Vodafone Italia)

Per l’Amministratore Delegato di Vodafone Italia più che parlare di rete unica è importante pensare ad una infrastruttura a regia unica, che possa liberare la competizione lanciando gare con lotti di dimensione medio-piccola, per consentire investimenti anche da parte di operatori locali che operano nel mercato italiano.

Per Bisio raggiungere gli obiettivi del Digital Compass dell’UE implica soddisfare il “principio della neutralità tecnologica, che lascia al mercato l’ottimizzazione del mix di tecnologie più opportuno” ed “assicura che le aree grigie e le aree bianche possano essere servite più velocemente e a costi decisamente più contenuti”.

Nelle aree nere, dove la competizione infrastrutturale c’è già i nostri clienti e i clienti degli altri operatori godono del beneficio della concorrenza, con servizi al livello dei migliori Paesi europei a prezzi comunque contenuti.

Nelle aree bianche siamo contenti di sentire che ci sarà un’accelerazione da qui al 2023. Nelle aree grigie, dove ci sono 12-13 milioni di abitazioni, dobbiamo fare un salto in avanti ricorrendo all’unico grande ingrediente che ha portato allo sviluppo, che è la competizione.

Maximo Ibarra (Sky Italia)

Per l’Amministratore Delegato di Sky Italia, Maximo Ibarra, l’Italia ha bisogno di un mix di tecnologie, geografie diverse e competizione infrastrutturale per scalare posti in classifica nella copertura delle reti di tlc.

Ibarra invita a forme di collaborazione per lo sviluppo delle infrastrutture ed afferma che “la ricetta di fare bandi per aree omogenee di medie dimensioni è una delle cose da fare. La competizione infrastrutturale è la soluzione migliore.

Franco Bernabè (ex AD TIM)

Per l’ex Amministratore Delegato di TIM, è necessario “coordinare gli sforzi su alcune aree territoriali dove si possono fare cose assieme, TIM e Open Fiber facciano accordi commerciali, o una piccola società comune, accelerino cioè gli investimenti nelle aree scoperte, altrimenti sui fondi del Recovery non vedremo neanche un euro”.

Bernabè ha inoltre ricordato che a suo giudizio le due reti non sono compatibili perché “hanno punti di accesso diversi e man mano che si procede con gli investimenti di Open Fiber è sempre meno facile l’integrazione delle due reti”.

Luigi Gubitosi (TIM)

L’Amministratore Delegato di TIM, società che vorrebbe prendere il controllo della rete unica, risponde a quanto dichiarato dal Presidente di Open Fiber (Franco Bassanini) sostenendo che è falsa l’accusa che il Gruppo vuole mantenere la rete in rame ed afferma che sta invece spingendo su FTTH, perché “non ha senso per un operatore supportare due tecnologie”.

Eppure i numeri parlano chiaro, su 1,5 milioni di utenti finali collegati alla fibra, il 70% lo sono tramite infrastruttura FTTH di Open Fiber, il restante su quelle di altri gestori (TIM e Fastweb su tutti).

Sul fronte del grande debito del Gruppo ha dichiarato:

TIM è stata zavorrata di un debito che stiamo finalmente riducendo, tra tre anni non si parlerà del problema del debito.

Per Gubitosi è sbagliato parlare di ritorno al monopolio, ma piuttosto di un modello di coinvestimento, che è l’esatto opposto del monopolio.

Piccolo non è bello in questo settore, la scala degli OTT (Over The Top), i nostri competitor, è impressionante, si rischia di fare 10 piccoli indiani di cui non ne rimase nessuno.

Il coinvestimento, invece, va nella direzione dell’interesse comune e non riduce la concorrenza. Il livello di concorrenza non si misura nel numero di soggetti che costruiscono la rete, ma nel numero di soggetti che possono usufruire delle infrastrutture formulando offerte autonome.

Ancora oggi esistono indubbiamente posizioni contrastanti, con quasi tutti gli operatori alternativi che spingono per una rete unica neutrale e TIM che invece ne vorrebbe il controllo.

Non è difficile capire chi è in torto in questa discussione e chi no.


Commenta questa e le altre notizie sui nostri profili Facebook, X (ex Twitter), BlueSky, Mastodon o nella Community dedicata agli utenti iliad (che conta oltre 21.500 iscritti).

Puoi seguire Universo Free anche su Google News, cliccando sulla stellina da app e mobile o alla voce “Segui“. Le notifiche in tempo reale con i nostri aggiornamenti e le ultime notizie, sono inoltre disponibili unendoti al nostro canale Telegram e al nostro nuovo canale WhatsApp.

Universo Free è anche una comoda Web App gratuita che puoi portare sempre con te, scaricala subito sul tuo smartphone. Per segnalarci novità, anteprime, nuove aperture di store iliad, scrivici direttamente da qui.

8 Risposte

  1. marco dell'orso ha detto:

    La storia è la storia….perciò finchè sarà d’acciaio inox, come mobile, avendole vissute tutte, per me è e sarà solo Vodafone…!!

  2. marco dell'orso ha detto:

    La storia è la storia….perciò finchè sarà d’acciaio inox, come mobile, avendole vissute tutte, per me è e sarà solo Vodafone…!!

  3. Stefano ha detto:

    Forse certi personaggi dimenticano che Tim Telecom è stata usata come assegno in bianco per far entrare l’Italia in Europa col governo Prodi-D’Alema, che ha permesso la svendita di un gioiello di famiglia del valore di allora di ben 140.000 miliardi ovvero la terza società di tlc europea e la quinta al mondo. Sapete come? Facendo comprare l’azienda con i soldi dell’azienda, indebitandola in modo quasi mortale. Ora vengono a fare i fenomeni, ovvio che Tim ha i suoi bei motivi per rivaleggiare, inoltre col progetto Socrate aveva avviato negli anni 90 il cablaggio in fibra dell’Italia, prima che la solita scellerata politica la bloccasse. Quindi informatevi prima di parlare

  4. Bruno ha detto:

    Oramai la rete unica è una realtà, sono stati messi le persone giuste al posto giusto!

  5. Andrea ha detto:

    Tim e Telecom fanno ridere, imprese con più utili in assoluto, che sono spariti magicamente e sappiamo dove, centrali di proprietà magicamente in affitto dal franchising della grande P, troppo facile parlare di rete unica, quando dove si poteva risparmiare nelle grandi città ora of e tim sono concorrenti, e nelle aree grigie/bianche dove Tim sarà totalmente tagliata fuori perché non ha più nulla da investire, ora gli interessa la rete unica. Vergogna, la fibra deve essere per tutti i fornitori allo stesso prezzo…

  6. Paolo ha detto:

    Ma Gubitosi non si può silurare subito. Dopo i disastri che ha fatto a Trenitalia ancora parla. Faccia un favore a tutti e dparisca

  7. Fede da Venezia ha detto:

    Bassanini sempre chiaro e diretto. La parte contrapposta sempre con esempi banali (quello dei dieci indiani) e con discorsi fumosi che non chiariscono nulla. E questo si sa perché.

    • Michele ha detto:

      OF e Bassanini han poco da dare lezioni,hanno accumulato un ritardo enorme nella posa della fibra difatto raddoppiando i tempi di realizzazione del piano BUL.D’altra parte se metti a capo di una azienda un vecchio politicante ottuagenario e ti aspetti che faccia cosa straordinarie come “far funzionare una azienda” è ovvio che poi ti trovi male.Come sempre,il pesce puzza dalla testa.E la testa in questo paese è un enorme numero di zucche vuote strapagate e poco preparate(e non da oggi,visto che i disastri delle privatizzazioni provengono da almeno venti anni fa).