Anche a Portogruaro (VE) nuove proteste per un impianto 5G di iliad


La situazione sul 5G si fa sempre più complicata a livello locale, con diversi comuni (sono già 229) che hanno deciso di bloccare nuove autorizzazioni/installazioni dei vari operatori di telefonia e cittadini che protestano per non avere una nuova antenna nel proprio quartiere.

No impianti iliad

L’ultimo esempio arriva da Portogruaro, in provincia di Venezia, dove è nata una nuova polemica per una installazione di una antenna 5G di iliad nelle vicinanze della stazione ferroviaria. Si tratta della seconda antenna del gestore in città, la prima è in costruzione in una zona più periferica, ma in entrambe i casi i residenti hanno protestato contro il sindaco.

A questo va ad aggiungersi una mozione presentata dai consiglieri della Lega, che hanno chiesto al sindaco di promuovere un incontro tra le parti, ovvero con i cittadini, iliad e l’ARPAV (l’Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto), a cui spettano le verifiche ambientali (l’impatto a livello di emissioni di campi elettromagnetici) e che ha dato l’ok all’installazione.

Il tema è molto sentito in questo periodo, tralasciando i casi estremi (con impianti incendiati da persone che si son decisamente fatte prendere la mano dalle fake news che circolano su Covid-19 e 5G), ma ad oggi rispondere alla domanda se il 5G fa davvero male o meno è difficile.

Studi in corso sul 5G

Riproponiamo alcuni dati di uno studio in corso dell’IT’IS (Foundation for Research on Information Technologies in Society di Zurigo, nonché affiliato del Politecnico Federale della città), per conto della Confederazione elvetica, che analizza da anni l’impatto che hanno queste tecnologie sulla biologia umana e dei rischi per la salute del 5G.

Secondo l’IT’IS, tra le poche certezze che si hanno è che le onde a frequenze più basse (principalmente quelle utilizzate fino ad ora per il 2G/3G e 4G) riescono a penetrare nel tessuto umano fino a un centimetro e mezzo, provocando un riscaldamento degli organi più interni.

E un riscaldamento continuo dei tessuti può portare a delle patologie. Per questo motivo devono essere rispettate le normative sui limiti delle emissioni elettromagnetiche e soprattutto viene consigliato di utilizzare il cellulare per poco tempo o comunque con auricolare, per distanziarlo il più possibile dalla nostra testa e dai vari organi .

La differenza principale però è che le onde millimetriche che invece verranno utilizzate per il 5G non riescono a penetrare così a fondo la nostra pelle, fermandosi a circa 2 millimetri. Dunque in questo caso abbiamo di fatto una barriera naturale ed eventuali rischi potrebbero essere eventualmente proprio a livello della pelle, ma non ci sono ancora sufficienti studi per capirlo.

Il rischio più che i ripetitori, che sono sempre a distanza di decine e centinaia di metri dalle persone, sono gli smartphone che utilizziamo tutti i giorni, che teniamo in tasca o per ore attaccati all’orecchio. Le raccomandazioni in questi casi sono sempre le stesse: tenere lontano lo smartphone dal corpo, regola che vale anche per il laptop, mentre si sta navigando o effettuando una chiamata.

Inoltre, attivare il Wi-Fi in casa solo quando lo si usa e posizionare l’access point ad almeno un metro di distanza da dove si dorme. Per ridurre il carico di radiazioni alla testa fare telefonate brevi con il cellulare o preferire sms o utilizzare auricolari o il vivavoce.


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Una risposta

  1. Gianmaria ha detto:

    Propongo la disattivazione totale delle telecomunicazioni nei comuni interessati e dopo vediamo cosa decidono