Vendita gruppo mediatico M6: oltre a Xavier Niel potrebbe essere della partita anche Mediaset
Lo scontro tra “titani” sta diventando sempre più cosa certa. Dopo aver riportato nei giorni scorsi le indiscrezioni di stampa sull’interesse di Xavier Niel (fondatore del Gruppo iliad) ad acquisire il 48% circa di Groupe M6, holding francese controllata da RTL Group (Bertelsmann), ora arrivano le prime certezze e nuovi pretendenti.
Groupe M6 è un gruppo televisivo e radiofonico privato, tra i principali per quanto riguarda il mercato francese, che conta diversi canali televisivi generalisti e tematici, a partire proprio da M6, quarto principale canale tv nazionale in Francia (con uno share medio tra il 9 e il 10%) e tre emittenti radiofoniche nazionali (RTL, RTL2 e Fun Radio) che insieme raccolgono oltre 10 milioni di ascoltatori al giorno.
Stando a quanto riferisce questa mattina il magazine di affari, finanza ed economia Capital, citando una fonte vicina all’operazione, entro mercoledi sera (10 marzo) dovevano essere presentate tutte le candidature dei diretti interessati.
Tra chi avrebbe depositato un’offerta per il controllo del 48% circa di Groupe M6 c’è innanzitutto Vivendi (Canal+, Universal Music, Gameloft, Havas Group e azionista di TIM e Mediaset in Italia), ma anche Bouygues (TF1, Bouygues Telecom, Bouygues Construction e Bouygues Immobilier), Xavier Niel (Gruppo iliad, Le Monde, Nice-Matin) e l’uomo d’affari e miliardario ceco Daniel Koetsko (in Francia controlla il settimanale Marianne ed è azionista di minoranza de Le Monde).
Secondo Les Echos rimarrebbero dei dubbi sulla presentazione di una offerta da parte della Altice di Patrick Drahi (proprietaria dell’operatore SFR, BFM TV, L’Express, Libération…) ed è spuntato anche il nome dell’italiana Mediaset, che sembrerebbe interessata alla quota.
In tutto questo, a brindare sono i tedeschi di Bertelsmann, che sperano di chiudere un affare da circa 3 miliardi di euro.
Il mercato dei media si sta sempre più consolidando, anche per far fronte alla sfida dei tanti servizi on demand, che conquistano sempre più clienti (Netflix, Prime Video, Disney+…), portando quindi ad aggregazioni e acquisizioni.
Per quanto riguarda Vivendi e TF1, avendo già in dote diversi canali televisivi, per questioni di concorrenza non possono acquisire l’intero gruppo M6, per questo motivo diverse indiscrezioni di stampa parlano di un accordo per spartirsi diversi asset: a Vivendi finirebbero i canali tv e a TF1 quelli radiofonici.
Problemi anche per Altice sul fronte radio, avendo in dote già RMC e BFM non potrebbe acquisire anche RTL/RTL2 e Fun Radio.
C’è anche Xavier Niel
Più in discesa la strada per Xavier Niel che, non avendo il controllo di nessun canale televisivo nazionale francese, eviterebbe eventuali interventi dell’autorità per la concorrenza.
Niel, secondo Le Figaro, avrebbe già creato con i soci di Mediawan (Matthieu Pigasse e Pierre-Antoiine Capton) una nuova società – la PNC Media – con cui gestire l’acquisizione di M6.
A titolo informativo, segnaliamo che in base alla legge 86-1067 del 30 settembre 1986, in Francia nessuna persona fisica o giuridica, agendo da sola o di concerto, può detenere, direttamente o indirettamente, più del 49% del capitale o dei diritti di voto di una società autorizzata ad operare come canale televisivo nazionale con uno share che superi l’8%.
Entro l’estate scopriremo come finirà questo scontro tra “titani”. Nel frattempo RTL Group (la società che controlla il gruppo M6) ha rilasciato proprio oggi i risultati finanziari del 2020 (con ricavi in calo a causa della pandemia), confermando le discussioni in corso per la vendita della partecipazione di controllo in M6.
L’amministratore delegato Thomas Rabe nel comunicato stampa diffuso oggi: “Al momento stiamo valutando possibili opzioni per la nostra quota di maggioranza nel gruppo francese M6, al fine di creare valore per i nostri azionisti .. fa parte della nostra strategia essere proattivi nel consolidamento”.
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